L’ANGOLO DELLA POSTA

martedì 9 aprile 2013

di Rino Lorusso

Caro lettore, ti ringrazio per la e-mail che hai scritto nella rubrica “Chiedilo a Rino”. Per quanto riguarda la salvezza del Bari, credo in tutta sincerità che il Bari potrà salvarsi, a patto che giochi con la determinazione tipica di chi ha “fame di vittoria”. Bisogna essere ottimisti e soprattutto aiutare e sostenere la squadra in questo momento. Per quanto riguarda le figurine Panini, devo dirti che mi ritrovo in tante cose che hai scritto, in tanti ricordi… Vorrei condividere questi ricordi con tutti i nostri lettori pubblicando questo significativo articolo. 


CE L’HO, CE L’HO, MI MANCA … FIGURINE CHE PASSIONE 

BUSTINA SIGILLATA DEL 68-69
Era come sgranare un rosario, oppure recitare a memoria una formazione famosa o anche declamare una poesia. Il “ce l’ho - mi manca”, era entrato nel linguaggio corrente dei ragazzini che agli angoli delle strade cercavano disperatamente di apporre la figurina mancante su quell’album sgualcito e pieno di “orecchie” che per tre mesi all’anno prendeva il sopravvento sui libri di testo. Alla convention delle figurine Panini svoltasi a Bari sabato 9 domenica 10 febbraio, erano presenti più genitori che figli, smaniosi di riappropriarsi di quel nostalgico passato che li ha visti accaniti collezionisti di “figurine dei giocatori”. E’ un pezzo di costume della nostra società, una raccolta di frammenti di emozioni che pochi potranno dimenticare. “Le grandi raccolte della gioventù”, così era scritto sulle copertine dei primi album. Il tutto nasce dalla passione, in quel di Modena, di due fratelli, Benito e Giuseppe, allora gestori di un chiosco di giornali. Nel 1960 acquistarono un lotto di figurine sfuse invendute, le assemblarono in piccole bustine e le lanciarono sul mercato. Il successo fu clamoroso con tre milioni di pezzi venduti. Dalla stagione 1961-62 la collezione di figurine Panini è, ufficialmente, assidua compagna di chi ancora prova piacere nell’aprirne una “bustina” (v. foto). In origine erano “cartonate”. Ossia, c’era bisogno della colla (o delle celline) per attaccare le figurine sull’album in quanto prive, sul retro, dell’adesivo. Colla che, per ristrette risorse economiche, si inventava impastando acqua e farina (funzionava eccome). La prima edizione di figurine autoadesive risale al 1972-73, fra l’altro erano anche le prime immagini di calciatori non a mezzo busto ma ripresi in azione

PRIMA FIGURINA, IN ASSOLUTO,  STAMPATA DALLA PANINI
I DOPPIONI Quando l’album era ormai pieno a metà, ci si imbatteva nel ritrovamento dei famosi doppioni. Figurine già in precedenza trovate aprendo le bustine. Questi servivano per scambiarli con gli amici alla ricerca dei giocatori mancanti. Oppure, e qui viene il bello, si usavano per “giocare alle figurine”. Bastava “dotarsi” di un piano orizzontale (il cofano della 128 Fiat era perfetto) per sfidarsi a “maschio e femmine” o di un pezzo di parete tirato “a piombo” per giocare a “la pioggia” o anche di un marciapiede sgombro e pulito per il famoso “schiaffo”. L’obiettivo, oltre a quello già citato del completamento delle squadre, era quello di presentarsi l’indomani a scuola con il “muzzo” più grande di figurine. Figurine che, puntualmente, il maestro ti ritirava per non distoglierti dalle lezioni e che, non succedeva sempre, ti restituiva a fine giornata. 

LA PRIMA FIGURINA DEL BARI (EDIZ. 63-64) E L’ULTIMA
IL BARI IN FIGURINAOgnuno di noi, aprendo la bustina, era ansioso e speranzoso di trovare le figurine della squadra del cuore. Il Bari, nelle 52 edizioni, è presente 50 volte con 14 presenze nel campionato di A, 30 in quello di B e 6 volte con la squadra in serie C. Non è presente nelle prime due edizioni, 1961-62 e 1962-63, perché militava in serie B e la raccolta comprendeva solo le squadre presenti nella massima serie. Il primo calciatore del Bari, oltre a scudetto e squadra, raffigurato su di un album Panini, è stato Alcide Baccari nella stagione di serie A 1963-64 con capitano Biagio Catalano. Abbastanza ricercata fu la figurina di Spalazzi con la sfavillante maglia verde nella stagione di serie A di Pugliese nell’edizione 1969-70. Edizione, abbastanza ricercata, che vide per la prima volta il giocatore ripreso per intero e non più a mezzo busto. 

LUNGA VITA ALLA FIGURINAIn un’epoca di “fast-football”, coltiviamo facce non felici, visi spenti. La figurina resiste agli attacchi informatici. E’, forse, l’ultimo baluardo a cui ci aggrappiamo per guardare con fiducia al futuro sportivo-agonistico dei nostri figli. Girarsi indietro ed abbandonarsi alla nostalgia non produce sempre effetti produttivi ma, le figurine, tutto il calcio minuto per minuto, la schedina un giorno ci mancheranno. Un tempo, a partite concluse, una voce alla radio diceva:”se la tua squadra ha vinto brinda con Stock ‘84”, oggi … corri alla Snai a riscuotere. Perché questo non continui apriamo una bustina e torniamo a sognare. 
Michele Bonante




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