di Giovanni Sgobba.
UDINE- Nella stagione passata, la trasferta ad Udine rappresentò per il Milan la svolta della stagione: priva di tantissimi uomini e con lo spettro degli ottavi di Champions contro l'Arsenal che incombeva, la compagine di Allegri riuscì a ribaltare il risultato con Maxi Lopez e con il giovane El Sharaawy, risollevando convinzione e morale a tutto l'ambiente. Due situazioni diverse con la speranza di espugnare ancora una volta il Friuli e raddrizzare un momento stortissimo.
Così non è stato, anzi, dovendo forzatamente trovare analogie con lo scorso campionato, la partita di ieri ha ricordato molto di più l'1-1 a San Siro di inizio stagione scorsa, quando il Milan inanellò una serie di prestazioni negative: allora, infatti, come ieri la prima rete della la squadra di Guidolin avvenne per un pasticcio di Abbiati. Dopo il goal di Ranegie, come detto, per gentile omaggio dell'estremo difensore rossonero, il Milan si è illuso con il pareggio, bellissimo, di El Sharaawy, prima di sprofondare nella grigia realtà, con il calcio di rigore trasformato dal solito Di Natale.
I numeri continuano ad essere impietosi e drammatici (3 sconfitte su 4, 4 reti fatte e 5 subite), ma ci sono sconfitte e sconfitte. Sembrerebbe una frase fatta, come quando si afferma che in queste situazioni "piove sul bagnato" o "tutto gira storto", eppure analizzando il match di ieri, ci porta ad essere più sereni nell' intravedere, anche se molto flebile, la luce in fondo al tunnel.
Seppur a sprazzi si è visto un Milan più sciolto nel imbandire azioni offensive, e nonostante si continui a sbagliare passaggi o appoggi semplici, i rossoneri hanno almeno dimostrato quel pizzico di determinazione in più, spinti, va sottolineato, dai nervi per la doppia espulsione di Zapata e Boateng piuttosto che da azioni ragionate.
Si continua tanto a parlare dell'esonero di Allegri, ma ieri a tradire il tecnico toscano (che continua ad elogiare il gruppo ed ad addossarsi tutte le responsabilità) sono stati gli errori dei singoli, sciocco come quello di Abbiati sul primo goal o ingenuo come quello di Zapata sul fallo da rigore. Il 26enne colombiano, alla sua prima partita in campionato ha sin da subito mostrato grande determinazione, attenzione e concentrazione per buona parte della partita, però (e sono questi "però" a far la differenza nel calcio), a metà ripresa ha avuto un vuoto, 3 minuti di black-out totale, che lo hanno portato alla doppia, fatale, ammonizione.
Se si sommano queste amnesie che i giocatori a turno commettono, ecco che si può intuire il reale problema: non è una questione di mancanza di valori, di giocatori tecnici, ma di testa. In questo particolare momento non è ammissibile concedersi giri a vuoto, perché si pagano a caro prezzo.
Mercoledì è già campionato.A San Siro (dove le milanesi non hanno ancora vinto) arriverà il Cagliari: più che contro l'Udinese, rappresenta la partita da dentro o fuori. L'occasione ideale per dimostrare di aver "testa".
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Seire A: Udinese - Milan 2-1. Non sempre si può trovare la svolta al Friuli.
Responsabile dei Servizi Sportivi: Mario Schena
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