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Calcio e legalita’ possono convivere. “Scommettiamo”?

domenica 16 dicembre 2012 0 commenti


di Rino Lorusso

BARI- Si è svolto, venerdi 14 dicembre, dinanzi agli spalti gremiti del Palazzetto dello Sport "San Pio" di Bari, il seminario dal titolo "Calcio e legalità" organizzato dall’Asd Sporting Santo Spirito. L’intento, come ha dichiarato il dott. Michele Danza, vice presidente dell’Asd, è di far capire che il calcio pulito è regola necessaria e imprescindibile, soprattutto alla luce delle ultime note vicende degli scandali sulle scommesse. Sono intervenuti al dibattito Ciro Angelillis, Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari, Francesco Ghirelli, Direttore Generale della Lega Pro, Fabrizio Nitti, giornalista sportivo, Chiara Sambaldi, avvocato esperto nel contrasto al fenomeno abusivo delle scommesse, Giovanni Longo, cronista, Enzo Tamborra, giornalista, Fabio Ricci, responsabile Area giochi e scommesse Snai spa sportivo, Antonio Bartolomucci, giornalista sportivo, Antonio Di Gennaro, opinionista Sky, Marco Dinapoli, Procuratore della Repubblica di Brinidisi e Roberto Rossi, Magistrato componente del Consiglio superiore della Magistratura, per la chiusura dei lavori. Moderatori dell’incontro sono stati Marco Guida, Magistrato gip tribunale di Bari e Max Sisto, giornalista. Un parterre di tutto rispetto che ha offerto spunti di riflessione importanti sulla necessità di costruire un nuovo calcio improntato sulla trasparenza e sulla legalità, ma che ha evidenziato alcune patologie croniche del mondo del calcio quali, per esempio, la difficoltà di innovarsi, di cambiare una normativa che, ad oggi, permette ai calciatori “venduti” di ritornare sui campi di calcio dopo un breve periodo di squalifica. Quindi, da più parti è stato sollecitato un percorso di cambiamento, un intervento immediato anche se complesso. Infine, scroscianti applausi sono stati indirizzati all’attenzione di Antonio Di Gennaro quando, durante la sua testimonianza, ha affermato con veemenza la sua contrarietà a commentare partite con calciatori condannati dalla giustizia sportiva. Numerosi i presenti in sala fra i quali Sergio Fanelli assessore provinciale, dott. Gianni Antonucci, esperto e tifoso del Bari e opinionista Telebari, Gigi Frisini, opinionista Telebari e avv. Giancarlo De Peppo, tifoso ed esperto di mercato del Bari. Al termine dell'incontro si sono giocate due partite di calcio della durata di trenta minuti l’una:la Rappresentativa Magistrati/Forze dell'Ordine contro la Rappresentativa Giornalisti/Organizzatori e, a seguire, l'incontro tra A.S.D. Sporting Santo Spirito e S.S. Barletta Calcio (calciatori del Settore Giovanile). 


Antonio Di Gennaro al microfono di Rino Lorusso
Interviste al termine del seminario. 
Antonio Di Gennaro, opinionista Sky: 1) Il calcio, dopo gli ultimi scandali, rischia di perdere anche i tifosi oltre che la propria credibilità? Assolutamente si. Agli stadi va poca gente e sempre meno. Questo fenomeno va attribuito a diversi fattori quali, stadi brutti, costi eccessivi, perdita dei valori e infine questi scandali che compromettono fortemente il rapporto tra calcio e tifoso. 2) Lei ha giocato al calcio ad alti livelli. In passato ci sono stati fenomeni di calcio scommesse, così evidenti, come quelli a cui stiamo assistendo negli ultimi tempi? Credo di no. Gli ultimi scandali hanno rappresentato tutta la sfera del calcio. Proprio per questo, le ultime vicende, hanno indignato tutti e hanno contribuito fortemente alla perdita di credibilità di questo gioco che dovrebbe essere il più bello. Dovremmo recuperare parecchio in questo senso. 3) Perché il vertice del calcio è, oltre ogni limite, conservatore? Essere conservatori fa parte del nostro Dna, così come la politica. Il cambiamento è difficile in Italia. Si mettono i tornelli quando c’è il morto, non si fa una legge che possa consentire alle società di costruire il proprio stadio che possa generare ricavi e nuovi posti di lavoro. 

Ciro Angelillis, Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari
Ciro Angelillis, Sostituto Procuratore della Repubblica di Bari: 1) Lei crede che calcio e legalità possano realmente sposarsi un giorno? Devono sposarsi e tornare a vivere insieme. E’ troppo unica la passione, l’emozione che genera il calcio per non tornare a sposarsi con la legalità. E’ un bene preziosissimo che dobbiamo tutelare con tutte le nostre forze almeno per chi, come me, ritiene che, le emozioni che genera il calcio, sono uniche e importanti nella vita dell’uomo. 2) Perché è così difficile cambiare la normativa nel calcio? E’ difficile come lo è per tutte le normative. Il legislatore è preso da tanti problemi, le normative da riformare sono tantissime e quindi bisogna mettersi in coda e aspettare il proprio turno. E’ vero che la legiferazione avviene, spesso, sotto la spinta emozionale, dopo un evento che ha scosso l’opinione pubblica. In tal senso, questo ennesimo scandalo potrebbe essere l’occasione per stimolare il legislatore ad intervenire. 3) Si ha la sensazione che le indagini non finiscano mai. Quando sta per terminarne una, se ne apre una nuova: quanto è ancora inesploso questo scandalo del calcio scommesse ? Questo è il sintomo della diffusione del fenomeno scommesse. L’inchiesta certe volte riesce a far emergere il reato casualmente o per fortuna, ma temo che il problema o fenomeno, esista a prescindere dall’inchiesta. 

Enzo Tamborra, giornalista
Enzo Tamborra, giornalista: 1) Perché siamo così bravi a lasciarci sfuggire Farina? Non c’è una risposta. Il calcio, a volte, ha riassorbito personaggi che dovevano essere allontanati definitivamente dal mondo del pallone e, invece, allontana Farina, al quale sarebbe bastato dare un incarico simbolico per dare un senso a quello che aveva fatto. Non è un caso che avvenga tutto questo nel mondo del calcio. 2) Può spiegarci meglio? Il mondo del calcio è parecchio marcio e ha perso delle grandi occasioni. Sento parlare di prevenzioni, ma dove sono le punizioni severe? Se uno ha sbagliato come Andrea Masiello bisogna toglierli il pallone. I baby calciatori, che osservano, in questo modo capiscono che se sbagliano hanno finito di giocare … 3) Lei pensa che si sta perdendo tempo? Penso che il mondo del calcio invece di girare attorno al problema dovrebbe farsi un grandissimo esame di coscienza. 

Michele Danza, vice-presidente Asd Sporting Santo Spirito
Michele Danza, vice presidente dell’Asd Sporting Santo Spirito: 1) Quando è nata questa associazione? E’ nata nel 2005 con Antonio Frasca, il fondatore, poi successivamente è subentrato un gruppo di amici, tra cui ci sono anch’io. Mi riferisco a Primo Scapellato, Gianni Casale e Pino Cascione. 2) Quali sono gli obiettivi prefissati? Quando siamo subentrati abbiamo cercato di ricostruire e integrare gli obiettivi puntando, in particolare, allo sviluppo psicofisico dei ragazzi attraverso una formazione, mirata, seria, in grado di portare avanti i valori dello sport che oggi sembrano, almeno a certi livelli, dimenticati. 3) Può fare qualche esempio? Certo. Quando parlo di valori, mi riferisco alla cultura della legalità, al rispetto dell’arbitro, dell’avversario. Inoltre proviamo, attraverso un forte impegno nel sociale, a diffondere anche la cultura dello studio prima ancora del calcio stesso, perché è un quartiere periferico con diverse problematiche, e questo, non lo dimentichiamo. 4) Il territorio come sta reagendo a queste vostre iniziative? Ci vuole del tempo per raggiungere degli obiettivi ambiziosi, ma posso dire che, pian piano, qualcosa comincia a muoversi. Questa è la seconda manifestazione che organizziamo ed è andata meglio dell’altra in termini anche di presenze. 

Roberto Rossi, Magistrato 
Roberto Rossi, Magistrato componente del Consiglio superiore della Magistratura: 1) Possono coesistere, secondo lei, sport e legalità? Lo spirito dello sport è fatto di applicazione di regole. Non ci può essere sport senza regole. Il problema è che lo sport oggi è diventato il luogo del profitto e degli interessi. Quando ci sono troppi soldi e tanti interessi purtroppo l’illegalità viene diffusa. Bisogna recuperare lo sport come luogo, come è stato questa sera, in cui ciascuno possa esprimere la propria personalità. Andrebbe valorizzato maggiormente lo sport dei ragazzi, dei piccoli gruppi. 2) Come spiega la scarsa attenzione del calcio italiano ai calciatori come Farina che hanno denunciato il fenomeno del calcio scommesse? Bisogna dire che in Italia il senso della legalità è meno forte che in altri paesi, però è anche vero che tante persone, in questo paese, hanno perso la vita per la legalità. Siamo questa contraddizione.

Foto a cura di Massimo Danza


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"Cartellino viola": premiati per fair-play il Martina Franca e Giancarlo Improta

mercoledì 21 novembre 2012 0 commenti

di Redazione
(fonte Ufficio Stampa Martina Franca)
MARTINA FRANCA(TA) - L’AS Martina Franca 1947 ha ottenuto un importante riconoscimento, al pari di Giancarlo Improta, capitano del Melfi. Su indicazione dell'ufficio comunicazione del Martina Franca, la giuria del ‘Cartellino Viola’ (di cui fanno parte i direttori di tutti i quotidiani sportivi nazionali ed anche l' ex arbitro e designatore Paolo Casarin e Vincenzo Guerini, ex giocatore e allenatore, attuale club manager della Fiorentina), progetto pensato dall’A.C. Fiorentina per premiare i calciatori di Serie A, B e LegaPro che durante le gare ufficiali si distinguono per atteggiamenti di fair-play, ha premiato il tesserato del club gialloverde lucano per essersi reso protagonista di un bel gesto durante la gara Martina Franca-Melfi del 14 ottobre scorso (poi vinta dai biancoazzurri per 1-0). Al 22’ della ripresa, infatti, il calciatore martinese Massimiliano Marsili è rimasto colpito in una pericolosa azione di gioco in area di rigore locale che ha, poi, comportato la concessione di un calcio d’angolo agli avversari lucani. Il giocatore fu soccorso e accompagnato fuori dal campo. Alla ripresa del gioco il giocatore Suarino del Melfi, visto l’accaduto e su suggerimento dei compagni, non sfrutta l’azione pericolosa per la sua formazione (in quel momento già in svantaggio) ma dalla lunetta del corner spedisce la palla direttamente sul fondo ricevendo i giusti applausi da parte del pubblico del ‘Tursi’. Dopo averlo indicato con forza all’interno del comunicato ufficiale seguente la gara, l'ufficio comunicazione del Martina Franca ha inoltrato all’A.C. Fiorentina formale segnalazione dell’accaduto oltre allo stralcio del video della gara. Questa segnalazione ha portato all’assegnazione del ‘Cartellino Viola’ del mese di ottobre 2012 a Giancarlo Improta e all’AS Martina Franca 1947 in quanto società segnalatrice. E’ la prima volta che questo riconoscimento viene assegnato a due società di LegaPro e Improta succede a Miroslav Klose, premiato a settembre per la segnalazione all’arbitro del suo gol di mano durante Napoli-Lazio 3-0. 

Nella comunicato si legge: "Questo ufficio comunicazione si congratula con il tesserato lucano per questo giusto riconoscimento ed è fiera di aver segnalato un piccolo esempio di fair-play calcistico che, si spera, possa essere un viatico per riportare lo sport sano tra le famiglie, i ragazzi e gli appassionati, riempiendo le cronache ancor più di episodi di violenza e antisportivi che non hanno nulla a che fare col calcio".




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Angelli: "Dobbiamo cambiare il calcio italiano". Ecco le sue idee. Ma verrà ascoltato?

sabato 27 ottobre 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
TORINO- "Il calcio si sta evolvendo ma non aspetterà l’Italia". Un tracollo sempre più evidente che non può trovare unica giustificazione nella crisi che sta colpendo il paese, ma anche l'Europa intera. La crisi, certamente, ha rallentato il la macchina calcistica, ma se l'Italia avesse attuato, quando era possibile, uno sviluppo concreto e stabile, ora non ci troveremmo così alla deriva e per di più paralizzati. I continui rallentamente nelle Coppe europee sono alla vista di tutti. Molteplici inoltre sono le differenze struttali che sempre più allargano la forbice tra il nostro paese ed il resto del continente, dalla politica dove gli sviluppi delle leggi sugli stadi sono impantanati, alle spaccature all'interno della Lega, passando attraverso gestioni finalizzate a fare i propri interessi.  Senza dimenticare che siamo avvezzi a rimandare sempe al giorno dopo.
L'imput, allora, per una scossa rapida, arriva dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che alza la voce in vista delle scadenza elettorali di Coni, Figc e Lega e smette i panni strettamente dirigenziali per abbracciare un progetto atto a risanare tutto il movimento calcistico.
Si può essere di parte o no, ma è indubbio che attualmente in Italia il miglior esempio lo sta dando il club di Torino: l'isolato esempio nazionale di stadio di proprietà ha dato i suoi primi frutti nel bilancio 2011-12, approvato con perdite dimezzate rispetto a un anno fa (da 95,4 a 48,7 milioni) e con ricavi in crescita del 24%. Un progetto che, come avviene in ad esempio in Inghliterra o in Germania, non si ferma solo al terreno di gioco: lo sviluppo immobiliare, infatti, prevede inoltre la riqualificazione della circostante area per un investimento da 40 milioni.
Il gap tra la Juventus e il resto dell'Italia è già partito, ma su questo Agnelli non si sente vincitore: "Noi, però, possiamo arrivare fino a un certo punto, dopodiché è il sistema tutto che deve crescere. Il calcio italiano, dopo i fasti degli ultimi trent’anni, sta vivendo un declino rapidissimo, il suo modello di sviluppo è bloccato da alcuni fattori che riflettono molto fedelmente la crisi in cui versa il Paese. Dobbiamo riposizionarci a livello europeo". Della serie: abbiamo fatto scuola, ma se la mediocrità è estesa come un tumore su tutto il territorio nazionale, anche noi finiremo per trovarci invischiati.
Cosa fare allora?Agnelli tracce le linee guida:

CAMPIONATI: "I campionati di Ae B rappresentano l’unico vero patrimonio sportivo ed economico del movimento". Una dichiarazione forte che esprime seri dubbi sulla Lega Pro e sui movimenti inferiori. Certamente gli attuali club professionistici sono troppi: ne deriva una qualità inferiore ed un sistema ingolfato. 
 
I GIOVANI E LE SECONDE SQUADRE DI A: E' un concetto trito e ritrito, quello di puntare sui giovani. Esaltiamo squadre estere che hanno cantere e settori giovanili fucine di talenti, eppure siamo ancora ancorati in uno stato di inerzia. Ecco le parole di Marotta "Siamo l'unica nazione a non avere le Squadre B. Ogni anno siamo costretti a mandare in giro decine di giocatori dovendo pagare il premio di valorizzazione". Invece il paradosso è che in Serie B, ma anche e soprattutto in Lega Pro, ci siano giocatori oramai arrivati a fine carriera, che provano ad allungarla giocando in campi di periferia e che inevitabilmente hanno un costo che maggiormente grava sulle società.
 
RICAVI TV ED ESTENSIONE ALL'ESTERO: Aggiunge Agnelli: "Focalizziamoci sulla vendita dei diritti esteri per recuperare il gap con la Premier. Finalmente il 5 in Lega parleremo di statuto e ripartizione delle risorse". Internazionalizzare il prodotto, che nonostante tutto, ha ancora ammiratori sparsi per globo, soprattutto nei paesi oientali o che si stanno affacciando al calcio, come gli Emirati.
Ed inoltre, dare maggiore incidenza sulla componente meritocratica, ovvero, diversa distribuzione di soldi in base alla classifica e non solo al prestigio.
 
STADI: La questione più spinosa e quella che più facilmente risalta agli occhi di tutti, competenti e non. Stadi poco funzionali, malmessi, semivuoti, con gradinate prefrabbricate esteticamente impresentabili. La memoria va a cosa è successo a Cagliari con il vecchio "Sant'Elia" e con il nuovo "Is Arenas". Ancor più fresco quanto è successo al Napoli: ieri, infatti, è arrivata dalla commissione disciplinare dell’Uefa una multa di 150.000 per inadempienze che riguardano il San Paolo a causa di alcuni varchi di ingresso del settore ospiti e del settore disabili che risultano pericolosi per la caduta di pezzi di intonaco.
 
Eppure dal Parlamento e dai massimi sistemi non arriva nessun cenno, solo un silenzio tombale. Ancora una volta...
 
 

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