di Davide Colonna
BARI - "...perchè la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all'estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo." (Giovanni Agnelli)
La Juve, torna a festeggiare uno scudetto sul campo (l'ultimo ufficialmente riconosciuto nella stagione 2002/2003) e lo fa da imbattuta con una giornata di anticipo. Nel 37° turno di serie A, il penultimo, i bianconeri vincono 2-0 contro il Cagliari sul neutro di Trieste e il Milan si lascia scucire lo scudetto dalla maglia, soccombendo 4-2 nel derby milanese.
Si tratta ufficialmente del 28° tricolore ma, senza lo scandalo calciopoli del 2006 e la revoca degli ultimi due trionfi, si conterebbero ben trenta esultanze sul campo e tre stelle sulla maglia. La società, rivendica ancora prepotentemente le sue vittorie.
E' lo scudetto del gruppo ma soprattutto è lo scudetto di Antonio Conte a cui va il merito, non solo di aver riportato il titolo nella Torino bianconera ma anche lo spirito vincente che sembrava sfumato. Nessuno, ad inizio stagione, avrebbe mai scommesso un centesimo su questa squadra. Due settimi posti di fila e una campagna acquisti ritenuta inadeguata perchè orfana di un top player, avevano spento le ultime speranze dei tifosi bianconeri ormai stanchi di continue prese in giro ed incompetenze amministrative dopo la mazzata calciopoli costata la retrocessione in serie B e lo smembramento di una corazzata, costruita per dominare nel mondo. Era la Juve di Capello, Del Piero, Nedved, Trezeguet, Emerson, Vieira, Cannavaro, Thuram, Camoranesi e soprattutto di Ibrahimovic, ora con la casacca del Milan e considerato il primo mercenario traditore dal popolo di fede juventina.
Conte, prende per mano la sua "signora" e la porta in trionfo dopo una lunga cavalcata che l'ha vista in testa per quasi tutto il torneo. Un gioco basato sul collettivo, sulla forza, sulla grinta, sulla voglia di rivalsa e su di un nuovo modo di intendere il calcio che ha messo in secondo piano l'importanza dei campioni e delle figurine in rosa. Un gioco che ha riscosso le attenzioni dei tecnici delle più grandi squadre del mondo e invidia nei confini nostrani.
E' lo scudetto degli Agnelli, che tornano a gestire la società dopo la scomparsa di Gianni e Umberto, gli indimenticati presidenti artefici di quasi tutti i trionfi passati.
E' lo scudetto del nuovo stadio che la dirigenza ha sempre voluto. La Juventus è l'unica società in Italia ad avere uno stadio di proprietà seguendo l'esempio del resto d'Europa.
Uno scudetto che passerà alla storia anche per esser stato l'ultimo giocato e vinto da Del Piero con la maglia di una vita e di una incredibile carriera. Il capitano con ogni probabilità lascerà l'Italia, gli Stati Uniti la sua destinazione.
Zittite le polemiche di Allegri sul gol fantasma di Muntari nello scontro diretto grazie ad un margine di punti che poco spazio lascia alle lamentele; Zittiti i gufi di circostanza che sistematicamente gettavano fango sulla credibilità del campionato.
La Juve è tornata! Felici dovranno essere i veri tifosi per questo.
Dopo i festeggiamenti, gli uomini di Conte, dovranno pensare all'ultimo sforzo della stagione, la finale di Coppa Italia contro il Napoli in programma tra due settimane.
La leggenda continua quindi ed è una dura risposta a chi pensava di aver cancellato più di un secolo di storia con un pugno di intercettazioni telefoniche. Viva la Juve!
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La leggenda continua: La Juve è tornata!
Responsabile dei Servizi Sportivi: Mario Schena
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Categorie Calcio
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