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La "formica atomica" esplode su Udine

lunedì 3 settembre 2012 0 commenti

di Davide Colonna
UDINE - Il gioco è meno rapido e l'aggressività sembra un ricordo ma, l'efficacia nel render tristi gli avversari è rimasta. La Juve, continua nel miglior modo possibile, conquistando altri 3 punti a Udine, la sua marcia verso una eventuale riconferma del titolo e lo fa quasi in scioltezza dall'inizio alla fine dell'incontro. Gli uomini guidati da Massimo Carrera, in testa alla classifica dopo due giornate di campionato a punteggio pieno, probabilmente anche aiutati da una scelta arbitrale discutibile ma non per forza sbagliata, strapazzano 4-1 l'Udinese di Guidolin al "Friuli" e trovano dalla loro, un'arma in più: Sebastian Giovinco, autore di una bella doppietta, la prima in maglia bianconera da quando è in prima squadra dopo una carriera iniziata sin dai pulcini con la stessa divisa.
Tutto parte da quel rigore e da quella espulsione, forse troppo generosa, da parte dell'arbitro Valeri all'estremo difensore dei padroni di casa, Brkic. Giovinco, nonostante la sua statura non proprio maestosa, non può evitare il colpo quasi da K.o. del portiere ed il rigore è netto. Da quel rosso, sventolato sotto gli occhi del portiere serbo, la partita per i torinesi è tutta in discesa nemmeno fosse la coppa del mondo di sci. Vidal, trasforma il rigore, facendosi perdonare l'errore sempre dal dischetto contro il Parma e lancia la goleada dei suoi compagni. Ci penseranno poi Vucinic e due volte la "formica atomica" a stendere gli avversari che firmano il gol della bandiera con Lazzari che sfrutta una rara dormita del duo Barzagli - Lichtsteiner con la testa già alla sosta.
Il presidente dell'Udinese Pozzo, a fine partita, scatena una forte polemica contro il direttore di gara ma, espulsione a parte, dovrebbe preoccuparsi più della sua squadra che fa del disordine tattico il suo credo. Tutta un'altra mentalità rispetto allo scorso anno e c'è da preoccuparsi, considerando l'eliminazione dalla Champions ai preliminari e la mancanza di giocatori di personalità che ironia della sorte, ora giocano per la Juve. Guidolin invece, più tranquillo del suo datore di lavoro ma depresso per il filotto negativo, dopo la protesta di routine di tutti gli allenatori, riconosce la superiorità avversaria che anche in parità numerica, probabilmente avrebbe avuto la meglio.
Carrera, dalla sua, è contento dell'importante risultato ottenuto ma, non lo è per quanto riguarda l'atteggiamento troppo superficiale dei suoi calciatori che falliscono occasioni da rete clamorose e subiscono un gol evitabile nel finale per via di una distrazione che in coppa non ci si può permettere per via della estrema importanza dei gol subiti soprattutto in trasferta che molto spesso determinano una qualificazione.
Siamo ancora all'inizio comunque e parlare di titolo è presto. Ci attende la pausa nazionale prima della terza giornata e delle prime partite di coppa che vedranno la Juve impegnata sul campo dei campioni d'Europa del Chelsea. In quella occasione, servirà la grinta dell'anno scorso.




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Milan, partita che sa già di amarcord: Ciao Campioni

lunedì 14 maggio 2012 0 commenti

di Domenico Palumbo
MILANO-
Nonostante la vittoria scudetto sfumata e una stagione non proprio esaltante, il Milan, con i suoi tifosi, chiude in festa il suo campionato. San Siro si colora di un saluto, forse un arrivederci, rivolto a dei campioni senza tempo, o meglio, di un tempo ignoto. Nesta, Seedorf, Inzaghi, più che campioni, quasi anime di una squadra che ha padroneggiato in Europa e non solo nel corso di quest’ultimo decennio. Proprio Inzaghi, l’eterno Peter Pan del nostro calcio, alla veneranda età di 37 anni riesce a regalare e regalarsi emozioni incredibili. Subentrato nel secondo tempo, segna il gol partita nella sua ultima gara con la maglia del Milan, nonché la sua trecentesima da rossonero. In quel gol sono passati tutti gli anni in rossonero e, di conseguenza, tutti i successi. Un saluto ad un grande campione che ha lasciato insieme a due grandi del calcio non solo italiano, ma internazionale come Gattuso, Seedorf e Nesta. Sarà difficile sostituirli tutti se a loro si aggiungono gli addii di Van Bommel e Zambrotta, ma un ringiovanimento era obbligatorio.

Per quanto riguarda la partita in sé, il Milan ha saputo regalare la sua buona dose di ira e cardiopalma ai suoi tifosi facendosi beffare dal primo gol in campionato di Garcia. Novara in vantaggio e Milan pronto ad un’altra figuraccia, con la Juve che stravinceva a Torino. Meno male che nel secondo tempo la vecchia guardia rossonera si è svegliata per onorare la loro ultima partita in quello stadio, così è arrivato prima il Gol di Flamini e poi lo splendido gol di Inzaghi con Seedorf e Gattuso che sfornavano assist a ripetizione. Grandi campioni, a cui ovviamente si aggiunge Del Piero. Buon viaggio ragazzi, ci rincontreremo nelle pagine di amarcord.



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Travaglio, tifoso juventino che guarda in faccia la realtà

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di Giovanni Sgobba
TORINO- "...Lo scudetto appena conquistato è pulito e sudato. Un’altra cosa rispetto a quelli di Calciopoli...Le sentenze sono pertanto giuste e vanno accettate. Altrimenti rischiano di non accettarle nemmeno i tifosi. E questo può rivelarsi pericoloso.". A dirlo è Marco Travaglio, giornalista e noto tifoso della Vecchia Signora, nella trasmissione "Quelli che..il calcio". Un pensiero onesto, sincero e spassionato rivolto a chi, troppo sbrigativamente, ha rimosso dalla propria mente un passato contaminato ed inquinato dall'interno. Non c'è da sentirsi vittime o prendersi in giro: la Juventus ha dimostrato di sapersi riprendere e di ritornare al successo in un arco di tempo pressoché breve. E' c'è da scommetterci che altre squadre, al suo posto, annasperebbero ancora in acque burrascose. Ma questa volta sarebbe meglio non sciorinare la frase "vincere al di sopra e nonostante le ingiustizie".Travaglio la pensa così...
Per vedere il resto delle dichiarazioni: Qui il video del pensiero di Marco Travaglio




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Da Blatter a Zeman: "Gli scudetti della Juve non sono 30"

sabato 12 maggio 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
TORINO- L'estate non è ancora iniziata, ma la temperatura attorno a Torino ed alla Juventus è sempre più calda per le continue dichiarazioni attorno alla questioni scudetti. 30 o 28? Contano quelli vinti sul campo o quelli ufficialmente riconosciuti?
Certamente le dichiarazioni di Joseph Blatter non fanno altro che mettere altra carne sul fuoco. Con una lettera ad Andrea Agnelli, infatti, il presidente della Fifa si è congratulato con la Juventus per il titolo di campione d'Italia appena conquistato ribadendo con convinzione il numero 28: "E' con mio grande piacere porgerle le congratulazioni...Domenica scorsa, a seguito di una grande prestazione, la squadra dei record Juve è riuscita ad aggiudicarsi il 28° titolo. Un grande risultato che, a ragione, ha subito scatenato gioia ed euforia. Perché, dopo nove anni, la Juve si è nuovamente aggiudicata il titolo di miglior squadra italiana di Serie A". "Per questo risultato storico - conclude Blatter - porgo i miei complimenti alla presidenza, a tutti i giocatori, agli allenatori, allo staff di supporto e al management. Auguro a tutti tanto successo e ogni bene! Cordiali saluti". Cosa balza immediatamente agli occhi?Per Blatter l'ultimo biennio vincente della squadra bianconera è stato rimosso: non è casuale il voler ribadire l'ultimo successo avvenuto 9 (nove) anni addietro.
Gli juventini non gradiranno, ma Blatter, certamente un po' sfacciato e quasi non curante della situazione, è stato molto attento e scrupoloso nel rispettare e rispecchiare le decisioni legalmente prese. E mentre la Juventus decide di autocelebrarsi con un enorme scudetto con tre stelle sullo stadio, evita di rispondere ufficialmente alla lettera del Presidente, non pubblicandolo nemmeno sul proprio sito.
Chi certamente si diverte in questa tiritera è Zdenek Zeman, fondatore e primo membro del partito oppositore della Vecchia Signora, il quale afferma: "Ma gli juventini sono fatti così - ride il tecnico boemo - e poi sono liberi di mettersi quello che vogliono. Anch'io se volessi potrei andare in giro con due stelline sulla maglietta. Per me i loro campionati non sono più di una ventina".


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Juve campione d'Italia: le dichiarazioni dei protagonisti

lunedì 7 maggio 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
TORINO-
Ecco di seguito riportate alcune dichiarazioni dei protagonisti.
Andrea Agnelli: "Questo è un momento di estremo orgoglio per tutti gli juventini, questa e' la cosa piu' importante. Ieri, davanti alla tv, ho potuto vedere la gioia a Roma, Milano, Torino: e' il momento dell'orgoglio ritrovato. C'e' tantissima emozione, raccogliamo il frutto del lavoro degli ultimi due anni. E' stato un percorso tortuoso e difficile, gli investimenti fatti hanno dato i loro frutti. La ciliegina e' stato Antonio Conte, il nostro condottiero. Lui e' sicuramente uno dei principali artefici, ma non possiamo dimenticare il lavoro fatto da tutti. Avevo detto che avremmo chiuso il cerchio con una vittoria. Abbiamo chiuso il cerchio, siamo tornati a vincere"

Del Piero sul suo sito ringrazia i tifosi e rivive questi anni di lunga sofferenza. E ricorda i suoi vecchi colleghi che insieme a lui hanno passato la travagliosa esperienza della Serie B, ricordando le varie tappe: "Grazie a tutti, ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata. Io c'ero, voi c'eravate. Noi c'eravamo. E ci siamo, finalmente. Siamo tornati". Alex Del Piero celebra lo scudetto della Juve. Lo fa direttamente dal suo sito ufficiale, dove si legge ancora: "E' la nostra festa, conquistata fino all'ultima goccia di sudore. E' la festa di quelli che hanno esultato per un gol in serie B come per quello che e' valso lo scudetto...Quando vincevamo, sempre. Sul campo, piu' di tutti. Quando siamo caduti. Quando non sapevamo che fine avremmo fatto. Quando l'abbiamo saputo, e l'abbiamo accettato. Lottando per rialzarci. Quando siamo entrati in campo a Rimini. Quando gli altri festeggiavano.Quando noi stavamo aguardare. Quando speravano che non saremmo mai tornati. Quando abbiamo cominciato a risalire. Quando non riuscivamo a ritrovare la strada. Quando l'abbiamo ritrovata: vincendo...Questa è la festa di tutti quelli che ci hanno sempre creduto. E' la festa di tutti voi tifosi juventini che al posto di abbandonarci avete fatto sentire ancora più forte la vostra voce. E' la festa, perchè no, degli avversari (non tutti) che ci hanno sempre rispettato". Non dimentica chi era con lui in serie B. "E' la festa di Balzaretti, Belardi, Bianco, Birindelli, Bojinov, Boumsong, Buffon, Camoranesi, Chiellini, De Ceglie, Giannichedda, Giovinco, Guzman, Kovac, Lanzafame, Legrottaglie, Marchionni, Marchisio, Mirante, Nedved, Palladino, Paro, Piccolo, Trezeguet, Venitucci, Zalayeta, Zanetti, Zebina. All. Deschamps. E doveva finire così non ho mai smesso di crederci. Grazie a tutti ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata. Io c'ero, voi c'eravate. Noi c'eravamo. E ci siamo, finalmente. Siamo tornati"
Perinetti, direttore sportivo del Siena, squadra allenata l'anno passato proprio da Antonio Conte: "Conoscendolo ero convinto che avrebbe fatto bene. Inoltre non avendo le coppe la stagione della Juventus è stata certamente più semplice. Conte ha dalla sua un DNA vincente, lo dimostrano i numeri. Sono felice per lui e si merita questa grande soddisfazione".
Nedved, pallone d'oro con i bianconeri, ha seguito la squadra in Serie B ed ora vive il successo dello scudetto da dirigente: "Da dirigente è molto peggio vivere l'attesa di uno scudetto. In tribuna si soffre molto di più che in campo. Credo che sia uno scudetto non vinto, ma stravinto. La squadra ha espresso il miglior calcio e meritatamente ha vinto. La squadra e la società lavora come un gruppo e come gruppo è tornata a vincere. Abbiamo sempre creduto alle nostre possibilità, perché la squadra ha sempre giocato bene. Abbiamo una squadra che ha vinto lo scudetto e siamo già forti così e vedremo poi cosa migliorare".
Marchisio, dato per partente qualche stagione fa, si conferma come uno dei centrocampisti italiani di maggior spessore:  "Aspettavo questo scudetto da quando sono arrivato in prima squadra e specialmente dopo due anni di mal di pancia nostri e dei tifosi. Abbiamo fatto una grande stagione. Il mister è stato l'artefice di questa vittoria che ha dato una svolta al gruppo e ha dato un'identità al gruppo. Siamo un grande gruppo, in crescita e cresceremo ancora nella prossima stagione quando torneremo in Europa".
Pirlo, che vince per la seconda volta consecutiva lo scudetto, l'anno passato con la maglia di quella squadra, il Milan, che è stata rivale fino alla fine in questa lotta: "E' uno scudetto meritato e voluto fin dall'inizio. Nessuna rivincita. Credo che sia un risultato che tutto il gruppo ha guadagnato sul campo. Ho sempre fatto il mio, sono sempre stato bene e avevo voglia di vincere e ci sono riuscito. Io sono andato via dal Milan perché avevo bisogno di altre motivazioni e ho scelto la Juve e il suo progetto per poter vincere e ci sono riuscito subito. Ero convinto di essere il numero uno e credo di averlo dimostrato. Eredi? Spero di poter giocare ancora tanti anni, perché mi diverto e ho ancora tanta voglia". 

Buffon, che ha ammesso di non aver dormito per l'errore contro il Lecce, ribadisce che: "Il primo pensiero ieri è stato che sono felice di essere stato ripagato per certe scelte che ho fatto in passato..Quando le ho fatte ero convinto, poi in certi momenti ho creduto di aver sbagliato. E invece alla fine ho avuto ragione. Giocare un anno in serie B è stato pesante, la tutto sommato è stato il meno perchè abbiamo vinto quel campionato".

Serie A, la Juventus è Campione d’Italia 2011-2012. È lo scudetto numero 28.

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di Claudio Santovito
BARI - La Juve ce l’ha fatta: ha conquistato, grazie al 37esimo risultato utile consecutivo, il suo scudetto numero 28 contro il Cagliari sul neutro di Trieste, con una giornata d’anticipo. Il Milan esce sconfitto e ridimensionato dal derby contro l’Inter.
La squadra di Conte va subito in vantaggio con un gol di Vucinic in sospetto fuorigioco; nel secondo tempo, dopo un bel tiro di Pinilla a lato di pochissimo, ci pensa Canini con un incredibile svarione a battere Agazzi e a regalare partita e scudetto ai bianconeri.

Al Meazza show dell’Inter: Milito porta in vantaggio i nerazzurri con un tocco sotto misura sugli sviluppi di una punizione. Il guardalinee non vede un colpo di testa di Cambiasso che Abbiati respinge oltre la linea. Sul finire del primo tempo Julio Cesar in uscita bassa prende il pallone, ma l’arbitro vede un inesistente fallo su Boateng e concede il rigore che Ibrahimovic trasforma. Ad inizio ripresa è ancora lo svedese, con una bella azione individuale, a portare avanti il Milan. Ma l’Inter, ancora in corsa per il terzo posto che garantirebbe i preliminari di Champions, ci prova prima con Sneider (bordata da quaranta metri che centra la traversa), si vede negare un rigore solare su Samuel prima dei due concessi e realizzati ancora dal Principe (falli di Abate e Nesta). Nel finale l’eurogol di Maicon sancisce la resa dei rossoneri.

Negli anticipi di sabato il Lecce, nonostante la solita prestazione generosa, perde in casa con la Fiorentina (gol di Cerci), sprofondando quasi matematicamente in serie B; la Roma non va oltre il 2 a 2 in casa contro il Catania: Totti fallisce un rigore, ma si fa perdonare nella ripresa con un gran sinistro che batte Carrizo. Il Catania non si perde d’animo e pareggia con un rigore trasformato da Lodi e va addirittura avanti con un bel sinistro di Marchese, prima del definitivo pareggio firmato ancora da Totti.

Lazio corsara a Bergamo con reti di Kozak e Cana, l’Atalanta recrimina per un rigore non concesso a Denis; con il medesimo risultato il Parma batte il Siena, grazie a un meraviglioso gol di Giovinco e al raddoppio di Floccari. Gli emiliani sono alla sesta vittoria consecutiva.

L’Udinese si sbarazza del Genoa con una punizione di Di Natale e con il gol di Floro Flores; nei genoani, a cui manca un punto per salvarsi, rosso per Kucka e Palacio. A Bologna i padroni di casa superano 2 a 0 un Napoli sfortunato (legni di Cannavaro e Cavani) grazie alle prodezze di Diamanti e Rubin. Un fallo di Zuniga innesca una rissa nel finale. Il Novara supera 3 a 0 un Cesena ormai in disarmo, grazie alla tripletta di Rigoni (due gol su rigore).

Si porta il pallone a casa anche Fabrizio Miccoli, mattatore nel 4 a 4 tra Palermo e Chievo: siciliani avanti con due gol del numero dieci, il primo su rigore. Pellissier su rigore e Uribe riportano la situazione in parità. Dopo una traversa di Miccoli, Luciano e ancora Pellissier allungano, ma una splendida semirovesciata di Miccoli e il gol di Silvestre siglano il definitivo 4 a 4.




La leggenda continua: La Juve è tornata!

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di Davide Colonna
BARI - "...perchè la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all'estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo."  (Giovanni Agnelli)

La Juve, torna a festeggiare uno scudetto sul campo (l'ultimo ufficialmente riconosciuto nella stagione 2002/2003) e lo fa da imbattuta con una giornata di anticipo. Nel 37° turno di serie A, il penultimo, i bianconeri vincono 2-0 contro il Cagliari sul neutro di Trieste e il Milan si lascia scucire lo scudetto dalla maglia, soccombendo 4-2 nel derby milanese.

Si tratta ufficialmente del 28° tricolore ma, senza lo scandalo calciopoli del 2006 e la revoca degli ultimi due trionfi, si conterebbero ben trenta esultanze sul campo e tre stelle sulla maglia. La società, rivendica ancora prepotentemente le sue vittorie.
E' lo scudetto del gruppo ma soprattutto è lo scudetto di Antonio Conte a cui va il merito, non solo di aver riportato il titolo nella Torino bianconera ma anche lo spirito vincente che sembrava sfumato. Nessuno, ad inizio stagione, avrebbe mai scommesso un centesimo su questa squadra. Due settimi posti di fila e una campagna acquisti ritenuta inadeguata perchè orfana di un top player, avevano spento le ultime speranze dei tifosi bianconeri ormai stanchi di continue prese in giro ed incompetenze amministrative dopo la mazzata calciopoli costata la retrocessione in serie B e lo smembramento di una corazzata, costruita per dominare nel mondo. Era la Juve di Capello, Del Piero, Nedved, Trezeguet, Emerson, Vieira, Cannavaro, Thuram, Camoranesi e soprattutto di Ibrahimovic, ora con la casacca del Milan e considerato il primo mercenario traditore dal popolo di fede juventina.
Conte, prende per mano la sua "signora" e la porta in trionfo dopo una lunga cavalcata che l'ha vista in testa per quasi tutto il torneo. Un gioco basato sul collettivo, sulla forza, sulla grinta, sulla voglia di rivalsa e su di un nuovo modo di intendere il calcio che ha messo in secondo piano l'importanza dei campioni e delle figurine in rosa. Un gioco che ha riscosso le attenzioni dei tecnici delle più grandi squadre del mondo e invidia nei confini nostrani.
E' lo scudetto degli Agnelli, che tornano a gestire la società dopo la scomparsa di Gianni e Umberto, gli indimenticati presidenti artefici di quasi tutti i trionfi passati.
E' lo scudetto del nuovo stadio che la dirigenza ha sempre voluto. La Juventus è l'unica società in Italia ad avere uno stadio di proprietà seguendo l'esempio del resto d'Europa.
Uno scudetto che passerà alla storia anche per esser stato l'ultimo giocato e vinto da Del Piero con la maglia di una vita e di una incredibile carriera. Il capitano con ogni probabilità lascerà l'Italia, gli Stati Uniti la sua destinazione.
Zittite le polemiche di Allegri sul gol fantasma di Muntari nello scontro diretto grazie ad un margine di punti che poco spazio lascia alle lamentele; Zittiti i gufi di circostanza che sistematicamente gettavano fango sulla credibilità del campionato.
La Juve è tornata! Felici dovranno essere i veri tifosi per questo.
Dopo i festeggiamenti, gli uomini di Conte, dovranno pensare all'ultimo sforzo della stagione, la finale di Coppa Italia contro il Napoli in programma tra due settimane.
La leggenda continua quindi ed è una dura risposta a chi pensava di aver cancellato più di un secolo di storia con un pugno di intercettazioni telefoniche. Viva la Juve!










Il derby, lo scudetto e la "prostituzione intellettuale"...

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di Massimo Lancianese
BARI- 7 Maggio 2012-
Ebbene si ieri, dopo 9 o 6 anni( fate un po' voi), la Juventus è tornata a sorridere e a vincere. Le concomitanti vittorie dell'Inter nel derby e il successo bianconero contro il Cagliari hanno consegnato lo scudetto in mani bianconere. Per ogni tifoso interista è stata una serata particolare: la soddisfazione di far perdere lo scudetto ai cugini rossoneri è grande, ma farlo vincere alla Juventus è repellente. Ma tant'è, quindi prendiamoci quanto di buono esce dalla serata di ieri. Procediamo con ordine. L'Inter si è schierata con un 4-3-2-1 con Snejider e Alvarez alle spalle dell'unica punta Milito. In mezzo al campo Stramaccioni ha preferito puntare sull'esperienza di capitan Zanetti e Cambiasso affiancati dall'ottimo Guarin. La difesa era composta dai soliti noti, Maicon-Lucio-Samuel e Nagatomo, preferito a Chivu. Il Milan ha giocato con Boateng dietro le due punte Ibrahimovic e Robinho; per il resto formazione obbligata per Allegri, costretto dai tanti infortuni a schierare il baby Di Sciglio a sinistra. La gara è stata bella e vibrante, con l'Inter partita subito forte. Il Milan come di consueto ha aspettato l'occasione giusta anche se, in una partita come questa, ci si aspettava un atteggiamento diverso. L'Inter passa al 14esimo grazie a uno splendido schema su calcio piazzato con Samuel bravo a spizzare la palla per l'accorrente Milito, che doveva solo spingere la palla in porta. Il Milan ha accusato il colpo e ci è mancato poco i nerazzurri non raddoppiassero. A parte il gol annullato a Lucio (giustissimo) e il gol fantasma di Cambiasso (ormai è anche inutile discuterne, ci vuole la tecnologia) l'Inter ha ampiamente dominato un Milan troppo molle.L'episodio che ha cambiato la gara è arrivato al 44esimo: Boateng si incunea benissimo in area interista e, a tu per tu con Julio Cesar, decide di cambiare sport diventando un olimpionico di tuffi; evidentemente il Sign. Rizzoli ha apprezzato la performance del ghanese concedendo il rigore al Milan. Dal dischetto Ibrahimovic, dopo un simpatico siparietto con Julio Cesar, non ha sbagliato ristabilendo la parità. Il secondo tempo si è aperto con un azione splendida del Milan, perfezionata dal solito Ibra capace di portare il Milan avanti e tenerlo in corsa per lo scudetto. L'illusione rossonera è durata poco, poichè Abate ha sentito aria di derby, e ha ben pensato di stendere Milito in area. Il rigore ci sta con il principe che segna il gol del pareggio. La partita dopo il 2 a 2 è stata molto divertente, con occasioni da entrambe le parti. L'equilibrio è stato nuovamente rotto da un altro rigore, il terzo della serata: mani in area di Nesta e rigore per l'Inter. Milito non ha sbagliato neanche questa, siglando la sua personale tripletta. A suggellare la vittoria nerazzurra è arrivato il gollasso di Maicon, che ha ricordato i tempi migliori del brasiliano.
Nel frattempo la Juventus vinceva la sua partita in quel di Trieste suggellando la vittoria del campionato. Onore ai bianconeri dunque, capaci di vincere uno scudetto da imbattuti e offrendo un gioco godibile e a tratti spettacolare.Nel mio titolo c'è però un riferimento alla "prostituzione intellettuale" di mouriniana memoria. Il riferimento va ovviamente ai festeggiamente juventini, tutti inneggianti al 30° titolo della storia bianconera. In Italia purtroppo la memoria è un dono che hanno in pochi e la Juventus pare essersi dimenticata tutto ciò che ha fatto negli ultimi, diciamo, 50 anni della storia del calcio italiano. Sono il primo a sostenere che il processo di calciopoli rasenta la farsa, ma la responsabilità di ciò è ascrivibile agli organi preposti a tali mansioni. La Juventus non è la vittima di calciopoli, anzi. La Juventus è la responsabile di calciopoli. Poi se vogliamo stare a discutere delle falle del processo, sia sportivo che penale, io non mi tiro indietro avendo già evidenziato i miei dubbi. Ma per favore,non cadiamo nei soliti errori. La Juventus questa stagione ha compiuto un'impresa sportiva di altissimo livello, non infanghiamola così. La "prostituzione intellettuale" è di tutti quelli- giornalisti, addetti ai lavori, tifosi- che parlano contro a prescindere, non analizzando i fatti. La speranza è che si riesca a voltare pagina, parlando solo di calcio, per quanto possibile pulito e onesto; una speranza che ho paura rimarrà vana. Un'ultimo pensiero lo lascio per l'Inter di Stramaccioni: ieri la squadra ha mostrato ottime cose, in particolare uno spirito che, se mostrato di più durante la stagione, avrebbe permesso di arrivare a ben altri traguardi. La qualificazione in Champion's League rimane fuori portata, bisogna sperare nella contemporanea sconfitta di Napoli e Udinese, oltre alla nostra vittoria. E sperare nella sconfitta altrui non è mai bello. La tanto vituperata Europa League potrebbe essere il palcoscenico ideale per la nuova Inter, con la possibilità per tanti giovani di fare esperienza in ambito europeo. Per tornare ad essere grandi c'è bisogna di buon senso e di calma. L'eccessiva fretta non aiuta, anzi. Spero che Stramaccioni sia confermato e che la società si muova bene sul mercato, possibilmente prendendo giocatori utili all'allenatore! Per finire, un doveroso saluto va a Ivan Ramiro Cordoba, difensore colombiano bandiera dell'Inter. Personalmente non l'ho mai apprezzato come giocatore, ma la sua tenacia e la sua devozione alla causa interista sono encomiabili. Buon calcio a tutti!











Fortuna e poco gioco: il Milan a -1 dalla Juve

giovedì 3 maggio 2012 0 commenti


di Domenico Palumbo
MILANO
- Campionato riaperto, o quasi. La vittoria contro l’Atalanta ha portato il Milan a -1 dalla Juventus che pareggia in casa con il Lecce, ma i limiti di motivazioni della squadra bergamasca difficilmente si trasformeranno in spirito guerriero domenica contro i bianconeri. Detto questo, è comunque palpabile la crescente speranza negli occhi dei rossoneri di strappare uno scudetto non meritato sul piano del gioco. Proprio così, il Milan ha offerto un’altra prestazione che rasenta la sufficienza riguardo al gioco di squadra e al punteggio, ma che è sicuramente deludente sul piano dei singoli. Ibrahimovic (Voto:3 )è sempre più irritante partita dopo partita: non dà mai una mano alla squadra né in copertura ma neanche quando deve inserirsi in attacco. Quando, poi, prende palla, rallenta al minimo il gioco, cerca la giocata e la sbaglia puntualmente (e clamorosamente).Ma non è il solo, anche Boateng (Voto: 5) risulta inefficiente, a parte l’assist per il gol di un Muntari (Voto: 6,5) sempre più decisivo (e questo la dice lunga!).La nota positiva è la prestazione di un Cassano (Voto: 7) entusiasmante anche per quanto riguarda la forma fisica.Una partita già scritta dato che l’Atalanta non ha espresso il suo classico mordente e il gol di Robinho (Voto: 6) è solo un frutto casuale di una reazione al gol del Lecce a Torino.Lotta scudetto riaperta, ma con riserva. Difficilmente la Juve farà un altro passo falso nei prossimi 180’, specialmente se si trova di fronte delle squadre che non hanno più nulla da chiedere al campionato. E il Milan ha pure il derby… La fortuna dovrà giocare un ruolo fondamentale.














Responsabile dei Servizi Sportivi: Mario Schena
 
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