Europei Under 21 e Confederation Cup, trionfo Germania
Germania “Uber alles” sopra tutto e tutti. Lo squadrone tedesco non ha mai cali di tensione e di rendimento. Se si scorrono gli Almanacchi e le storie delle grandi competizioni internazionali, dai campionati Europei, ai Mondiali finendo alla Confederation Cup i teutonici sono sempre arrivati fino in fondo e molte volte hanno alzato la Coppa.
Il Numero 10, il numero magico, sinonimo di classe estro e irriverente fantyasia. In Italia lo ha incarnato con grande signorilità Gianni Rivera che però non c'è da un pezzo, Maradona pure.
Quest’anno è stato inaugurato lo staio “Filadelfia” distrutto e ricostruito quello che è stato il teatro delle gesta di una squadra indimenticabile: Il Grande Torino.
Champions, dal 2018 è Superlega con Quattro italiane, nuovo format e nuovi orari
Dalla Champions League alla Superchampions. Il prossimo torneo sarà l’ultimo con il vecchio format. Una riforma pretesa dai grandi club. Troppo ampia la forbice tra le forti e le piccole, troppi i gruppi decisi prima di cominciare.
di Giovanni Sgobba BARI - Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Juventus ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra la Juve di Lippi, quella di Capello, in mezzo la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime sentite partite. Tante polemiche, veleni, dossier arbitrali e lo scandalo di Calciopoli, ma è sul campo che brillano le stelle: Cruz, Zanetti, Cambiasso, Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Adriano, Toldo, Buffon, Nedved, Figo, Martins...chi sarà il prossimo protagonista?
JUVENTUS-INTER 1-1. 04 novembre 2007, Comunale di Torino
Marcatori 41’ pt Cruz, 33’ st Camoranesi
JUVENTUS:
Buffon; Grygera (33’ st Zebina), Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Palladino, Nocerino, Cristiano Zanetti, Nedved (16’ st Iaquinta); Del Piero (25’ st Camoranesi), Trezeguet.
Julio Cesar; Maicon (40' st Dacourt), Cordoba, Samuel, Chivu; Figo (17’ st Burdisso), Javier Zanetti, Cambiasso, Cesar; Ibrahimovic, Cruz (20’ st Suazo).
Panchina: Orlandoni, Maxwell, Solari, Crespo.
All. Mancini.
INTER-JUVENTUS 1-2. 22 marzo 2008, San Siro
Marcatori: Camoranesi (J) al 4', Trezeguet (J) al 18', Maniche (I) al 38' s.t.
JUVENTUS - INTER 2-1. 05 dicembre 2009, Comunale di Torino
Marcatori: Melo, Eto’o, Marchisio
JUVENTUS:
Buffon, Caceres, Cannavaro, Chiellini, Grosso, Sissoko, Felipe Melo, Marchisio (35′ st Poulsen), Diego (45′ st Grygera), Amauri, Del Piero (25′ st Camoranesi).
Julio Cesar, Zanetti, Lucio, Samuel (44′ st Materazzi), Chivu, Muntari (14′ st Balotelli), Cambiasso (33′ st Mancini), Motta, Stankovic, Eto’o, Milito.
Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Juventus ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra la Juve di Lippi, quella di Capello, in mezzo la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime sentite partite. Tante polemiche, veleni, dossier arbitrali e lo scandalo di Calciopoli, ma è sul campo che brillano le stelle: Cruz, Zanetti, Cambiasso, Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Adriano, Toldo, Buffon, Nedved, Figo, Martins...chi sarà il prossimo protagonista?
INTER- JUVENTUS 1-1. Sabato 19 ottobre 2002, San Siro.
Marcatori: Del Piero (J) su rig. al 44', Vieri C. (I) al 50' st
INTER
[3-4-1-2]Toldo, Córdoba I., Materazzi, Cannavaro F., Zanetti J., Almeyda, Emre, Di Biagio, Coco, Recoba, Morfeo, Vieri C., Crespo.
Panchina: Fontana A., Adani, Pasquale, Vivas,Okan
Allenatore: Cúper H.R.
JUVENTUS
[4-3-1-2]Buffon, Thuram, Ferrara C., Iuliano, Birindelli, Zambrotta, Camoranesi, Tudor, Conte A., Davids, Nedvěd, Del Piero, Salas, Zalayeta,
Panchina: Chimenti, Fresi, Baiocco, Di Vaio
Allenatore:Lippi M.
JUVENTUS - INTER 3-0. Domenica 02 marzo 2003, Delle Alpi
Marcatori: Guglielminpietro (I) aut. al 4', Nedvěd (J) al 34' pt; Camoranesi (J) al 38' st
Panchina: Fontana A., Coco, Gamarra, Pasquale, Di Biagio, Sérgio Conçeicão
Allenatore: Hector Cuper
JUVENTUS - INTER 1-3. 29 novembre 2003, Delle Alpi.
Marcatori: 12' pt Cruz, 24' st Cruz, 29' st Martins, 44' st Montero
JUVENTUS
Buffon; Thuram, Legrottaglie, Montero, Birindelli; Camoranesi (1' st Di Vaio), Tacchinardi, Appiah (25' st Conte); Nedved (27' st Miccoli); Del Piero, Trezeguet.
Panchina: Chimenti, Ferrara, Tudor, Davids.
Allenatore: Lippi
INTER
Toldo; Cordoba, Adani, Gamarra; J.Zanetti, C.Zanetti, Almeyda, Pasquale (44' st Brechet); Van der Meyde (12' st Emre), Cruz (36' st Recoba sv), Martins.
Marcatori: 6' Martins, 25' aut. Kily Gonzales, 45' Vieri, 2' st Stankovic, 47' st Di Vaio.
INTER
Fontana; Cordoba, Materazzi, Gamarra; Javier Zanetti, Cristiano Zanetti, Farinos (10' st Almeyda), Kily Gonzales (37' st Helveg); Stankovic (24' st Karagounis), Martins, Vieri.
Panchina: Cordaz, Cannavaro, Cruz, Adriano.
All. Zaccheroni.
JUVENTUS
Buffon; Birindelli, Legrottaglie, Montero, Zambrotta; Camoranesi (27' st Conte), Tacchinardi, Tudor, Appiah (1' st Maresca); Trezeguet, Miccoli (11' st Di Vaio).
Panchina: Mirante, Iuliano, Pessotto, Chiumiento.
All. Lippi.
INTER-JUVENTUS 2-2. 28 novembre 2004, San Siro
Marcatori: Zalayeta (J) all'8' s.t, Ibrahimovic (J), su rigore, al 21' s.t., Vieri (I) al 34' s.t., Adriano (I) al 40' s.t.
INTER (4-4-2)
Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Mihajlovic; Favalli (Ze Maria dal 1' s.t.); Van der Meyde (Recoba dal 22' s.t.), Stankovic, Cambiasso, Davids (Vieri dal 22' s.t.); Martins, Adriano.
di Davide Colonna SYDNEY - Lo attendevamo tutti ed è arrivato su punizione, il primo goal di Alessandro Del Piero nella A-League australiana. L'ex numero dieci della Juventus, non ha perso il vizio del goal ed ha gonfiato anche la rete dei Newcastle Jets, nella maniera da lui preferita. La rete del campione, però, non è bastata al Sydney per avere la meglio sull'avversario che, come il Wellington, è apparso più organizzato e tecnicamente superiore alla squadra di Del Piero. Nonostante l'inferiorità e le difficoltà di possesso, Il Sydney è andato vicino al pareggio più volte. La partita è stata vinta dal Newcastle per 3-2 e si tratta della seconda sconfitta consecutiva per gli sky blue in due partite disputate. Per i Jets, da segnalare la rete di Heskey, ex bomber di Liverpool e Inghilterra.
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di Redazione
Molti di voi non se lo ricorderanno ma, un sorriso vi scapperà di sicuro nel vedere il filmato. Era il 2009: Finale della Peace Cup tra Juventus e Aston Villa. Si arriva ai calci di rigore dopo 120' di parità ed è il turno di Alessandro Del Piero. Il campione bianconero, prende la rincorsa e...
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di Davide Colonna SYDNEY -Esordio amaro per Alessandro Del Piero con la nuova maglia del Sydney. Gli australiani, nella lontana trasferta di Wellington (3 ore di aereo) per la prima giornata della A-League, subiscono un netto 2-0 e non riescono mai a tenere in pugno la partita che, viene dominata costantemente dai neozelandesi. L'ex capitano della Juventus, in campo tutti i novanta minuti, mostra un livello di gioco molto più alto rispetto a compagni ed avversari e, per aiutare la manovra della sua squadra, spesso molto lenta, abbandona il suo ruolo abituale di seconda punta per posizionarsi a centrocampo. Del Piero, nel ruolo più arretrato di playmaker, regala giocate che strappano applausi ma che non servono al Sydney per acquisire competitività. Ci sarà molto da lavorare per i "celesti" e chissà se Alex, vivendo di persona, un calcio così scadente (equivalente della nostra Lega Pro), si sarà pentito della sua scelta.
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di Davide Colonna LECCE - Chi pensa che l'Italia del calcio sia in crisi, dovrà ricredersi. Il futuro azzurro è promettente, ha meno di 21 anni e non è nemmeno così lontano. L'U-21 allenata da Devis Mangia, ora tecnico degli azzurrini dopo la controversa esperienza sulla panchina del Palermo, umilia il modesto Liechtenstein 7-0 e mantiene la leadership nel suo girone qualificandosi così ai playoff degli Europei che si terranno in Israele il prossimo anno.
Con la qualificazione in tasca, si può iniziare a sognare e ad azzardare i primi paragoni con le mitiche squadre di Cesare Maldini e Marco Tardelli che insieme hanno portato in bacheca il trofeo continentale per ben 4 volte nelle 5 edizioni svoltesi dal 1992 al 2000 e hanno fornito grandi campioni alla nazionale maggiore. La rosa a disposizione del tecnico di Cernusco Sul Naviglio, è piena di talenti e ha tutte le carte il regola per riportare il titolo nel bel paese che manca dal 2004. Inoltre, non bisogna sottovalutare che molti giocatori di questa selezione, hanno già assaporato la convocazione da parte di Prandelli e il posto da titolare nei rispettivi clubs. El Shaarawy, De Sciglio e Marrone, sono pedine fondamentali di Juve e Milan senza dimenticare Insigne che, ormai tra le prime scelte di Mazzarri nel Napoli per sostituire Lavezzi, con ogni probabilità sarà convocato regolarmente anche da Prandelli nella nazionale che conta. A Sofia, per le qualificazioni mondiali, l'attaccante napoletano, infatti, ci sarà.
Al di là delle floride prospettive in chiave azzurra, la presenza di così tanti giovani dai piedi buoni, può rappresentare una valida soluzione per sopravvivere alla crisi che ha colpito anche il calcio nostrano. I nostri clubs, che da sempre hanno preferito percorrere la strade che portano ai campioni stranieri affermati, pagandoli fior di milioni, possono dirottare i propri investimenti su questi ragazzi che crescono a decine in stile cantera spagnola, risparmiando così, pesanti perdite al bilancio e tentare di tenere testa alle società in mano agli sceicchi che comandano il mercato con i loro infiniti capitali. Erano anni che in Italia, non crescevano così tanti talenti dal futuro quasi assicurato e mai in un momento di grande difficoltà come quello attuale. Il suggerimento, che ci viene spontaneo, è quello di sfruttare al meglio questo flusso a dir poco "miracoloso" e di iniziare a creare una nuova mentalità più "nazionalista" e lontana dalle vecchie abitudini che spesso e volentieri ci hanno portato a vedere l'erba del vicino sempre più verde. Quasi sicuramente, non avremo i nuovi Totti, Del Piero o Maldini ma, con un po di pazienza e amore in più verso i nostri settori giovanili, arriveranno anche quelli.
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di Davide Colonna ROMA - Intervistato per Radio Manà Manà, l'ex Dg della Juventus Luciano Moggi, radiato dalla federazione in seguito ai fatti di calciopoli, attacca inaspettatamente e duramente in lungo e in largo, l'ex capitano e bandiera bianconera Alessandro Del Piero in relazione a presunte dichiarazioni di quest'ultimo sulla questione scudetti. Queste le parole di Moggi:
"Qualche giorno fa ho letto su un giornale una dichiarazione di Del Piero che non è stata smentita. Nella dichiarazione Del Piero diceva che vanno rispettate le sentenze sportive e che gli scudetti sono 28. A Del Piero consiglio di ripassarsi bene l’evoluzione del processo perché nessuna sentenza ha detto che gli scudetti sarebbero dovuti andare all’Inter ma è stata un’iniziativa di Guido Rossi, ex commissario della Federazione”. Sono rimasto perplesso, visto che Del Piero usufruì di tutti i bonus dei vecchi scudetti. Ripeto, non ho sentito smentite su questo. Capisco l’acredine di una persona che dopo 19 anni lascia la Juve, ma è pur vero che bisognerebbe andarci piano con le dichiarazioni".
Ma Moggi non si ferma qua e rincara la dose:
"La Juventus ha aspettato Del Piero per due anni dopo il suo infortunio a Udine e mentre recuperava, lui prendeva lo stesso stipendio di sempre. Lui non ha regalato nulla alla Juventus e non dovrebbe dire che bisogna rispettare le sentenze sportive. Del Piero dice che ha dato anche di più? Ci sono anche dei momenti in cui non ha dato niente".
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di Davide Colonna TORINO - Il 20 maggio 2012, finale di Coppa Italia tra Juve e Napoli, un pezzo di storia del calcio Italiano e Mondiale, lascia i colori bianconeri della sua Juventus dopo 19 anni di carriera con la stessa maglia.
Era infatti il 12 settembre del 1993 quando Alessandro Del Piero, esordì in serie A subentrando a Fabrizio Ravanelli in un Foggia - Juventus dando inizio ad uno spettacolo calcistico ma soprattutto
ad un sogno che il ragazzo inseguiva sin da bambino, giocare nella sua squadra del cuore.
Alex, non ci metterà molto a conquistare il cuore dei tifosi bianconeri e la fiducia della società con giocate di alta classe, una grande correttezza dentro e fuori dal campo e soprattutto con tanti gol (290 con la Juventus). Anche il "divin codino" Roberto Baggio, gli cederà posto e numero 10 nel giro di un anno nella "vecchia signora".
Una carriera leggendaria che in pochi sono riusciti a compiere, caratterizzata da marchi di fabbrica come "il gol alla Del Piero" e la "coda di vacca", decine di trionfi nazionali e internazionali, soprannomi originali da parte del presidente Gianni Agnelli, un gravissimo infortunio al ginocchio che gli ha dimezzato il potenziale, pesanti critiche dovute a un lungo recupero di forma che gli è costato anche il soprannome "Godot" sempre dall'avvocato, un ritorno a grandi livelli e gol pazzeschi come quello segnato alla Fiorentina datato 1994 da lui stesso considerato il suo gol più bello e il "tacco" al Borussia Dortmund nella finale di Champions del '97.
Del Piero è stato tutto ciò che un tifoso può desiderare: Un grande campione e una grande bandiera.
Vedrete, ci mancherà tutto di lui, anche se, come ha riferito ai giornali, continuerà a giocare e venerdì ci farà conoscere la sua prossima esperienza da calciatore. Magari, lo vedremo in Premier League o nel campionato Statunitense e magari qualche lacrimuccia non riusciremo a trattenerla vedendolo giocare con una maglia diversa e in una realtà lontana, non soltanto geograficamente, dalla nostra.
Come solo i grandi campioni sanno fare, l'ormai ex capitano, è riuscito a chiudere l'avventura alla Juve con la vittoria dello scudetto, titolo che mancava ufficialmente dal 2003, dopo lo scandalo "calciopoli" che lo ha costretto ad assaggiare i campi della serie B nel 2006. Unico neo del suo ultimo anno, proprio la sua ultima presenza coincisa con la finale di Coppa Italia persa contro il Napoli dove non è riuscito a scrivere un'altra bellissima pagina personale con il club.
"Pinturicchio", come amava chiamarlo l'Avvocato Agnelli, innamorato della fantasia legata al pallone, vince una Coppa del Mondo e due europei U-21 con la Nazionale Italiana, 8 scudetti (compresi i due revocati da "calciopoli" ma che lui rivendica rabbiosamente), 1 Coppa Italia, 4 supercoppa Italiana, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa UEFA, 1 Campionato di Serie B con la Juventus e colleziona numerosi record tra gol e presenze che lo consacrano come il più grande calciatore della storia della Juventus insieme a Boniperti (fu lui a portarlo a Torino dal Padova) e Platini.
Grazie di tutto Campione!
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di Domenico Palumbo MILANO- Nonostante la vittoria scudetto sfumata e una stagione non proprio esaltante, il Milan, con i suoi tifosi, chiude in festa il suo campionato. San Siro si colora di un saluto, forse un arrivederci, rivolto a dei campioni senza tempo, o meglio, di un tempo ignoto. Nesta, Seedorf, Inzaghi, più che campioni, quasi anime di una squadra che ha padroneggiato in Europa e non solo nel corso di quest’ultimo decennio. Proprio Inzaghi, l’eterno Peter Pan del nostro calcio, alla veneranda età di 37 anni riesce a regalare e regalarsi emozioni incredibili. Subentrato nel secondo tempo, segna il gol partita nella sua ultima gara con la maglia del Milan, nonché la sua trecentesima da rossonero. In quel gol sono passati tutti gli anni in rossonero e, di conseguenza, tutti i successi. Un saluto ad un grande campione che ha lasciato insieme a due grandi del calcio non solo italiano, ma internazionale come Gattuso, Seedorf e Nesta. Sarà difficile sostituirli tutti se a loro si aggiungono gli addii di Van Bommel e Zambrotta, ma un ringiovanimento era obbligatorio.
Per quanto riguarda la partita in sé, il Milan ha saputo regalare la sua buona dose di ira e cardiopalma ai suoi tifosi facendosi beffare dal primo gol in campionato di Garcia. Novara in vantaggio e Milan pronto ad un’altra figuraccia, con la Juve che stravinceva a Torino. Meno male che nel secondo tempo la vecchia guardia rossonera si è svegliata per onorare la loro ultima partita in quello stadio, così è arrivato prima il Gol di Flamini e poi lo splendido gol di Inzaghi con Seedorf e Gattuso che sfornavano assist a ripetizione. Grandi campioni, a cui ovviamente si aggiunge Del Piero. Buon viaggio ragazzi, ci rincontreremo nelle pagine di amarcord.
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BARI- Si
è conclusa ieri la stagione 2011/2012 della Serie A Tim, che ha visto laurearsi
campione, già da domenica scorsa, la Juventus di Conte. Ieri i bianconeri hanno
battuto per 3 a 1 l’Atalanta di Colantuono con un gran sinistro di Marrone su
sponda di Borriello, con un bel destro di Del Piero alla sua ultima gara in
bianconero e con il rigore trasformato da Barzagli, subito dopo l’autorete di
Lichtsteiner. Standing ovation per il numero 10, in una giornata che ha visto
molti altri addii, specie a Milano, dove Gattuso, Inzaghi, Nesta, Zambrotta e
Van Bommel si sono esibiti per l’ultima volta con i colori rossoneri.
Il
Milan, ormai secondo e già in Champions, batte in rimonta il Novara, che era
andato in vantaggio con un gol di Garcia. Nella ripresa, dopo numerosi
tentativi di Seedorf, prima Flamini e poi Inzaghi “alla Inzaghi”, regalano gli
ultimi tre punti agli uomini di Allegri.
L’Udinese,
con un netto successo per 2 a 0 sul campo del Catania, conquista i preliminari
di Champions: dopo un erroraccio di Di Natale, l’attaccante si fa perdonare con
un bel colpo sotto. L’errore di Gomez dal dischetto impedisce agli etnei di
pareggiare, e nella ripresa ci pensa Fabbrini a chiudere il conto.
Inutili
perciò le vittorie del Napoli sul Siena (doppietta di Dossena inframmezzata dal
gol di Destro) e della Lazio sull’Inter (Milito su rigore, poi rimonta laziale ad
opera di Kozak, Candreva e Mauri a tempo scaduto). Tutte e tre le compagini
accederanno all’Europa League: l’Inter è sicura dei preliminari, mentre se i partenopei
batteranno la Juventus in Coppa Italia, lasceranno l’onere dei preliminari agli
uomini di Reja.
Il Lecce, sconfitto di misura a Verona,
raggiunge il Cesena e il Novara in serie B. Chievo avanticon Vacek, Puggioni salva più volte i padroni di casa,
rendendo vani gli attacchi generosi dei pugliesi, sconfortati anche dalle
notizie che arrivavano da un Marassi deserto in cui il Genoa, grazie alle reti
di Gilardino e Sculli, batte un Palermo inerme.
Il
Parma centra le settima vittoria consecutiva, battendo il Bologna nel derby
dell’Emilia con un gol di testa di Biabiany. La Roma, sotto con il Cesena in
virtù della rete di Del Nero, rimonta con Bojan, Lamela e De Rossi, prima
dell’inutile gol di Santana.
Fiorentina
e Cagliari non si fanno male in uno scialbo pareggio a reti bianche.
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di Davide Colonna TORINO - Raggiunto il sogno tricolore, la Juve deve iniziare a pensare al prossimo anno e soprattutto al mercato in prospettiva degli impegni europei in Champions League che quest'anno, non hanno pesato sul fisico dei giocatori bianconeri. Il giorno dopo la festa scudetto, Marotta, ha parlato di due ciliegine sulla torta dopo gli sforzi della scorsa stagione dedicati più alla quantità che alla qualità ma, questo non significa che la dirigenza porterà a Torino necessariamente due top players a cifre proibitive. I nomi che circolano sono i soliti. Higuain, Dzeko, Suarez, Van Persie, sono giocatori di indubbio valore ma, i costi di cartellino e di ingaggio, risultano essere troppo alti per le casse bianconere considerando la linea giovane intrapresa dalla società e la storia di una Juve vincente solo quando si spendeva poco e i campioni, si lasciavano a squadre più ricche in favore di talenti non affermati ma ricchi di motivazioni come lo sono stati Del Piero o Zidane. Se alla tradizione di un mercato povero, si unisce una squadra attuale già campione e collaudata senza personalità di spicco ad eccezione di Pirlo e Buffon, si può arrivare a pensare ad un mercato più ragionato che andrà a concentrarsi di sicuro in tutti i reparti ma tenendo in considerazione, più l'idea tattica di mister Conte e non i desideri dei tifosi. Certamente, si sostituirà un Del Piero partente con un giocatore dalle qualità simili ed in questo senso, sarà più facile arrivare a Giovinco e non a Van Persie o Jovetic perchè più economico. C'è solo da risolvere la comproprietà col Parma ma, dubito si supereranno i 10 mln per concludere l'affare. In attacco si continuerà a puntare su Matri e Borriello che sarà riscattato dalla Roma e in uscita, si conta di piazzare Iaquinta e Martinez. A centrocampo, ci sono i problemi Elia, Krasic e Melo da risolvere. L'idea è quella di monetizzare da una loro cessione per prendere un centrocampista di esperienza internazionale come potrebbe esserlo Bastos (già in trattiva l'anno scorso con la Juve) e due giovani di speranza come Verratti (molto stimato da Sacchi) e Pogba. Difficile arrivare a Ramires del Bologna su cui ci sono le attenzioni delle inglesi. In difesa, necessita un vice Bonucci. I nomi non sono molti. Spolli del Catania è una buona scelta mentre molto improbabile l'arrivo di Nesta. In arrivo un acquisto a zero? Anche in questa prospettiva, i nomi non sono molti e non da Juve. Nessun top player quindi ma, piccoli rinforzi per rendere maggiormente competitiva la squadra in più competizioni quando si giocherà ogni tre giorni. L'ossatura principale non sarà modificata.
di Giovanni Sgobba TORINO- Ecco di seguito riportate alcune dichiarazioni dei protagonisti.
Andrea Agnelli: "Questo è un momento di estremo orgoglio per tutti gli juventini, questa e' la cosa piu' importante. Ieri, davanti alla tv, ho potuto vedere la gioia a Roma, Milano, Torino: e' il momento dell'orgoglio ritrovato. C'e' tantissima emozione, raccogliamo il frutto del lavoro degli ultimi due anni. E' stato un percorso tortuoso e difficile, gli investimenti fatti hanno dato i loro frutti. La ciliegina e' stato Antonio Conte, il nostro condottiero. Lui e' sicuramente uno dei principali artefici, ma non possiamo dimenticare il lavoro fatto da tutti. Avevo detto che avremmo chiuso il cerchio con una vittoria. Abbiamo chiuso il cerchio, siamo tornati a vincere"
Del Piero sul suo sito ringrazia i tifosi e rivive questi anni di lunga sofferenza. E ricorda i suoi vecchi colleghi che insieme a lui hanno passato la travagliosa esperienza della Serie B, ricordando le varie tappe: "Grazie a tutti, ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata. Io c'ero, voi c'eravate. Noi c'eravamo. E ci siamo, finalmente. Siamo tornati". Alex Del Piero celebra lo scudetto della Juve. Lo fa direttamente dal suo sito ufficiale, dove si legge ancora: "E' la nostra festa, conquistata fino all'ultima goccia di sudore. E' la festa di quelli che hanno esultato per un gol in serie B come per quello che e' valso lo scudetto...Quando vincevamo, sempre. Sul campo, piu' di tutti. Quando siamo caduti. Quando non sapevamo che fine avremmo fatto. Quando l'abbiamo saputo, e l'abbiamo accettato. Lottando per rialzarci. Quando siamo entrati in campo a Rimini. Quando gli altri festeggiavano.Quando noi stavamo aguardare. Quando speravano che non saremmo mai tornati. Quando abbiamo cominciato a risalire. Quando non riuscivamo a ritrovare la strada. Quando l'abbiamo ritrovata: vincendo...Questa è la festa di tutti quelli che ci hanno sempre creduto. E' la festa di tutti voi tifosi juventini che al posto di abbandonarci avete fatto sentire ancora più forte la vostra voce. E' la festa, perchè no, degli avversari (non tutti) che ci hanno sempre rispettato". Non dimentica chi era con lui in serie B. "E' la festa di Balzaretti, Belardi, Bianco, Birindelli, Bojinov, Boumsong, Buffon, Camoranesi, Chiellini, De Ceglie, Giannichedda, Giovinco, Guzman, Kovac, Lanzafame, Legrottaglie, Marchionni, Marchisio, Mirante, Nedved, Palladino, Paro, Piccolo, Trezeguet, Venitucci, Zalayeta, Zanetti, Zebina. All. Deschamps. E doveva finire così non ho mai smesso di crederci. Grazie a tutti ragazzi. Godiamocela, ce la siamo meritata. Io c'ero, voi c'eravate. Noi c'eravamo. E ci siamo, finalmente. Siamo tornati"
Perinetti, direttore sportivo del Siena, squadra allenata l'anno passato proprio da Antonio Conte: "Conoscendolo ero convinto che avrebbe fatto bene. Inoltre non avendo le coppe la stagione della Juventus è stata certamente più semplice. Conte ha dalla sua un DNA vincente, lo dimostrano i numeri. Sono felice per lui e si merita questa grande soddisfazione". Nedved, pallone d'oro con i bianconeri, ha seguito la squadra in Serie B ed ora vive il successo dello scudetto da dirigente: "Da dirigente è molto peggio vivere l'attesa di uno scudetto. In tribuna si soffre molto di più che in campo. Credo che sia uno scudetto non vinto, ma stravinto. La squadra ha espresso il miglior calcio e meritatamente ha vinto. La squadra e la società lavora come un gruppo e come gruppo è tornata a vincere. Abbiamo sempre creduto alle nostre possibilità, perché la squadra ha sempre giocato bene. Abbiamo una squadra che ha vinto lo scudetto e siamo già forti così e vedremo poi cosa migliorare".
Marchisio, dato per partente qualche stagione fa, si conferma come uno dei centrocampisti italiani di maggior spessore: "Aspettavo questo scudetto da quando sono arrivato in prima squadra e specialmente dopo due anni di mal di pancia nostri e dei tifosi. Abbiamo fatto una grande stagione. Il mister è stato l'artefice di questa vittoria che ha dato una svolta al gruppo e ha dato un'identità al gruppo. Siamo un grande gruppo, in crescita e cresceremo ancora nella prossima stagione quando torneremo in Europa".
Pirlo, che vince per la seconda volta consecutiva lo scudetto, l'anno passato con la maglia di quella squadra, il Milan, che è stata rivale fino alla fine in questa lotta: "E' uno scudetto meritato e voluto fin dall'inizio. Nessuna rivincita. Credo che sia un risultato che tutto il gruppo ha guadagnato sul campo. Ho sempre fatto il mio, sono sempre stato bene e avevo voglia di vincere e ci sono riuscito. Io sono andato via dal Milan perché avevo bisogno di altre motivazioni e ho scelto la Juve e il suo progetto per poter vincere e ci sono riuscito subito. Ero convinto di essere il numero uno e credo di averlo dimostrato. Eredi? Spero di poter giocare ancora tanti anni, perché mi diverto e ho ancora tanta voglia".
Buffon, che ha ammesso di non aver dormito per l'errore contro il Lecce, ribadisce che: "Il primo pensiero ieri è stato che sono felice di essere stato ripagato per certe scelte che ho fatto in passato..Quando le ho fatte ero convinto, poi in certi momenti ho creduto di aver sbagliato. E invece alla fine ho avuto ragione. Giocare un anno in serie B è stato pesante, la tutto sommato è stato il meno perchè abbiamo vinto quel campionato".
di Davide Colonna BARI -"...perchè la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all'estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo." (Giovanni Agnelli)
La Juve, torna a festeggiare uno scudetto sul campo (l'ultimo ufficialmente riconosciuto nella stagione 2002/2003) e lo fa da imbattuta con una giornata di anticipo. Nel 37° turno di serie A, il penultimo, i bianconeri vincono 2-0 contro il Cagliari sul neutro di Trieste e il Milan si lascia scucire lo scudetto dalla maglia, soccombendo 4-2 nel derby milanese.
Si tratta ufficialmente del 28° tricolore ma, senza lo scandalo calciopoli del 2006 e la revoca degli ultimi due trionfi, si conterebbero ben trenta esultanze sul campo e tre stelle sulla maglia. La società, rivendica ancora prepotentemente le sue vittorie.
E' lo scudetto del gruppo ma soprattutto è lo scudetto di Antonio Conte a cui va il merito, non solo di aver riportato il titolo nella Torino bianconera ma anche lo spirito vincente che sembrava sfumato. Nessuno, ad inizio stagione, avrebbe mai scommesso un centesimo su questa squadra. Due settimi posti di fila e una campagna acquisti ritenuta inadeguata perchè orfana di un top player, avevano spento le ultime speranze dei tifosi bianconeri ormai stanchi di continue prese in giro ed incompetenze amministrative dopo la mazzata calciopoli costata la retrocessione in serie B e lo smembramento di una corazzata, costruita per dominare nel mondo. Era la Juve di Capello, Del Piero, Nedved, Trezeguet, Emerson, Vieira, Cannavaro, Thuram, Camoranesi e soprattutto di Ibrahimovic, ora con la casacca del Milan e considerato il primo mercenario traditore dal popolo di fede juventina.
Conte, prende per mano la sua "signora" e la porta in trionfo dopo una lunga cavalcata che l'ha vista in testa per quasi tutto il torneo. Un gioco basato sul collettivo, sulla forza, sulla grinta, sulla voglia di rivalsa e su di un nuovo modo di intendere il calcio che ha messo in secondo piano l'importanza dei campioni e delle figurine in rosa. Un gioco che ha riscosso le attenzioni dei tecnici delle più grandi squadre del mondo e invidia nei confini nostrani.
E' lo scudetto degli Agnelli, che tornano a gestire la società dopo la scomparsa di Gianni e Umberto, gli indimenticati presidenti artefici di quasi tutti i trionfi passati.
E' lo scudetto del nuovo stadio che la dirigenza ha sempre voluto. La Juventus è l'unica società in Italia ad avere uno stadio di proprietà seguendo l'esempio del resto d'Europa.
Uno scudetto che passerà alla storia anche per esser stato l'ultimo giocato e vinto da Del Piero con la maglia di una vita e di una incredibile carriera. Il capitano con ogni probabilità lascerà l'Italia, gli Stati Uniti la sua destinazione.
Zittite le polemiche di Allegri sul gol fantasma di Muntari nello scontro diretto grazie ad un margine di punti che poco spazio lascia alle lamentele; Zittiti i gufi di circostanza che sistematicamente gettavano fango sulla credibilità del campionato.
La Juve è tornata! Felici dovranno essere i veri tifosi per questo.
Dopo i festeggiamenti, gli uomini di Conte, dovranno pensare all'ultimo sforzo della stagione, la finale di Coppa Italia contro il Napoli in programma tra due settimane.
La leggenda continua quindi ed è una dura risposta a chi pensava di aver cancellato più di un secolo di storia con un pugno di intercettazioni telefoniche. Viva la Juve!
di Giovanni Sgobba MILANO - Fabio Fazio, nel suo programma domenicale "Che tempo che fa", intervista Alessandro Del Piero, capitano della Juventus. Un'intervista nella quale, saggiamente per non creare tensioni in questo finale, svia alla domanda sul suo futuro lontano da Torino e nella quale descrive il piacere di giocare a pallone con la testa e la passione di un bambino, caratteristica che, tra le polemiche, le scommesse e le minacce degli ultrà, pian piano sta svanendo. Qui potete trovare il video dell'intervista
di Davide Colonna BARI - Quasi vent'anni di carriera con i colori della stessa squadra, non sono mai facili da dimenticare per uno sportivo, figuriamoci per un tifoso della Juventus, squadra del personaggio di cui stiamo per parlare. Se poi si aggiunge che tale personaggio, ha vinto tutto quello che c'era da vincere, contribuendo a portare la sua squadra ai vertici del calcio che conta dopo quasi dieci anni di digiuno, parlare di un suo addio, sembra quasi da "camicia di forza", e invece...
Alessandro Del Piero, probabilmente il giocatore più popolare, amato e vincente della oltre centenaria storia juventina, si appresta a lasciare questa realtà calcistica, per approdare, con ogni probabilità, in quella statunitense a causa della sua età sportiva troppo avanzata per continuare a giocare a calcio in serie A. Sembra questa, infatti, la motivazione che ha spinto la dirigenza bianconera e in particolare il presidente Andrea Agnelli a non rinnovargli il contratto anche per la prossima stagione. Eppure, vedendolo giocare, non sembra poi così vecchio. Del Piero dribbla, corre (molto meno onestamente) e soprattutto segna reti ancora decisive (l'ultima contro la Lazio), ancor più di alcuni suoi compagni di reparto più giovani e freschi di lui. Nonostante i numeri in suo favore, la Juve, non intende arretrare nè davanti al rumoroso, e forse anche giustificato, malcontento dei tifosi che ogni giorno intasano le chat e i blog sportivi che trattano l'argomento e nè davanti alle dichiarazioni d'amore dello stesso interessato, che vorrebbe chiudere la sua carriera nello stesso posto e con gli stessi colori che hanno segnato la sua gioventù da tifoso.
Le qualità sia sportive che umane di "pinturicchio" non si discutono ma, se devo prendere una posizione a riguardo, mi sento di appoggiare la scelta del presidente Agnelli. La Juve, ha dimostrato di poter fare bella figura anche senza l'aiuto del suo capitano, grazie ad un gioco innovativo introdotto da mister Conte. Non sarei corretto nel considerare ininfluenti le ultime segnature di Alex nelle ultime apparizioni che sicuramente si son rivelate fondamentali per la attuale volata scudetto ma, una società gloriosa come la Juventus, non può limitarsi a trattenere un giocatore solo per riconoscenza. Così facendo, rischia di non considerare il futuro e le giovani promesse che timidamente cercano di affacciarsi nel panorama calcistico perchè influenzati dalla presenza ingombrante dell'impresa Del Piero. Sebastian Giovinco stesso, per fare un nome solo, punto fermo della nazionale di Prandelli, non ha trovato spazio per questo motivo e rischia di esser perso dai bianconeri nella risoluzione della comproprietà con il Parma.
Secondo me, il primo passo che la società di Torino deve fare per ritornare ai vertici anche in Europa, è liberarsi dalle catene affettive che la legano al numero dieci di Conegliano, e cercare un nuovo trascinatore, un nuovo talento e riferimento in campo e fuori che possa addirittura migliorare ciò che ha fatto Del Piero. I giocatori passano e i tifosi devono convincersi del fatto che nulla dura per sempre e nel calcio ancora meno.
Sebbene continui a essere ancora decisivo in certe partite, Del Piero, che quest'anno ha giocato poco o niente, non potrà reggere la forma ancora a lungo e la Juve non potrà aspettare ancora molto per tornare a vincere e per avere un bilancio sano. A Giugno, mese in cui scadrà il contratto in bianco del giocatore, si tireranno le somme ma urge una ventata di freschezza in casa Juventus.
BARI- Continua il sogno scudetto della Juve che, grazie al jolly pescato da un intramontabile Del Piero, batte la Lazio 2-1 allo Juventus Stadium e si riporta a una lunghezza sul Milan. Una Juve che parte forte, domina il campo in ogni suo centimetro e si divora l’impossibile prima di passare in vantaggio con un bel gesto atletico di Pepe che, un minuto prima, fallisce una chiara occasione da gol. Il forcing bianconero continua ma, i problemi sottoporta non sembrano essere risolti e indirizzano, come spesso accade nel calcio, alla doccia fredda firmata Mauri allo scadere del primo tempo, sull’unico tiro in porta laziale. Negli ultimi 45 minuti, la Lazio si organizza, prende coraggio, cerca lo spunto vincente in contropiede (senza però impensierire Buffon) e si difende bene costringendo i bianconeri a un possesso palla più sterile e meno incisivo. Quando la partita sembra avviarsi verso un pareggio più utile alla Lazio in chiave terzo posto che alla Juve, arriva la punizione di Del Piero (entrato nella ripresa) a 7 minuti dal novantesimo a sigillare una vittoria meritata e fondamentale per il fotofinish scudetto con il Milan. Ieri, Maurizio Mosca avrebbe pronunciato la sua famosa frase “…come gioca Del Piero!”.
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