Europei Under 21 e Confederation Cup, trionfo Germania
Germania “Uber alles” sopra tutto e tutti. Lo squadrone tedesco non ha mai cali di tensione e di rendimento. Se si scorrono gli Almanacchi e le storie delle grandi competizioni internazionali, dai campionati Europei, ai Mondiali finendo alla Confederation Cup i teutonici sono sempre arrivati fino in fondo e molte volte hanno alzato la Coppa.
Il Numero 10, il numero magico, sinonimo di classe estro e irriverente fantyasia. In Italia lo ha incarnato con grande signorilità Gianni Rivera che però non c'è da un pezzo, Maradona pure.
Quest’anno è stato inaugurato lo staio “Filadelfia” distrutto e ricostruito quello che è stato il teatro delle gesta di una squadra indimenticabile: Il Grande Torino.
Champions, dal 2018 è Superlega con Quattro italiane, nuovo format e nuovi orari
Dalla Champions League alla Superchampions. Il prossimo torneo sarà l’ultimo con il vecchio format. Una riforma pretesa dai grandi club. Troppo ampia la forbice tra le forti e le piccole, troppi i gruppi decisi prima di cominciare.
di Giovanni Sgobba BARI - Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Juventus ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra la Juve di Lippi, quella di Capello, in mezzo la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime sentite partite. Tante polemiche, veleni, dossier arbitrali e lo scandalo di Calciopoli, ma è sul campo che brillano le stelle: Cruz, Zanetti, Cambiasso, Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Adriano, Toldo, Buffon, Nedved, Figo, Martins...chi sarà il prossimo protagonista?
JUVENTUS-INTER 1-1. 04 novembre 2007, Comunale di Torino
Marcatori 41’ pt Cruz, 33’ st Camoranesi
JUVENTUS:
Buffon; Grygera (33’ st Zebina), Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Palladino, Nocerino, Cristiano Zanetti, Nedved (16’ st Iaquinta); Del Piero (25’ st Camoranesi), Trezeguet.
Julio Cesar; Maicon (40' st Dacourt), Cordoba, Samuel, Chivu; Figo (17’ st Burdisso), Javier Zanetti, Cambiasso, Cesar; Ibrahimovic, Cruz (20’ st Suazo).
Panchina: Orlandoni, Maxwell, Solari, Crespo.
All. Mancini.
INTER-JUVENTUS 1-2. 22 marzo 2008, San Siro
Marcatori: Camoranesi (J) al 4', Trezeguet (J) al 18', Maniche (I) al 38' s.t.
JUVENTUS - INTER 2-1. 05 dicembre 2009, Comunale di Torino
Marcatori: Melo, Eto’o, Marchisio
JUVENTUS:
Buffon, Caceres, Cannavaro, Chiellini, Grosso, Sissoko, Felipe Melo, Marchisio (35′ st Poulsen), Diego (45′ st Grygera), Amauri, Del Piero (25′ st Camoranesi).
Julio Cesar, Zanetti, Lucio, Samuel (44′ st Materazzi), Chivu, Muntari (14′ st Balotelli), Cambiasso (33′ st Mancini), Motta, Stankovic, Eto’o, Milito.
Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Juventus ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra la Juve di Lippi, quella di Capello, in mezzo la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime sentite partite. Tante polemiche, veleni, dossier arbitrali e lo scandalo di Calciopoli, ma è sul campo che brillano le stelle: Cruz, Zanetti, Cambiasso, Ibrahimovic, Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Adriano, Toldo, Buffon, Nedved, Figo, Martins...chi sarà il prossimo protagonista?
INTER- JUVENTUS 1-1. Sabato 19 ottobre 2002, San Siro.
Marcatori: Del Piero (J) su rig. al 44', Vieri C. (I) al 50' st
INTER
[3-4-1-2]Toldo, Córdoba I., Materazzi, Cannavaro F., Zanetti J., Almeyda, Emre, Di Biagio, Coco, Recoba, Morfeo, Vieri C., Crespo.
Panchina: Fontana A., Adani, Pasquale, Vivas,Okan
Allenatore: Cúper H.R.
JUVENTUS
[4-3-1-2]Buffon, Thuram, Ferrara C., Iuliano, Birindelli, Zambrotta, Camoranesi, Tudor, Conte A., Davids, Nedvěd, Del Piero, Salas, Zalayeta,
Panchina: Chimenti, Fresi, Baiocco, Di Vaio
Allenatore:Lippi M.
JUVENTUS - INTER 3-0. Domenica 02 marzo 2003, Delle Alpi
Marcatori: Guglielminpietro (I) aut. al 4', Nedvěd (J) al 34' pt; Camoranesi (J) al 38' st
Panchina: Fontana A., Coco, Gamarra, Pasquale, Di Biagio, Sérgio Conçeicão
Allenatore: Hector Cuper
JUVENTUS - INTER 1-3. 29 novembre 2003, Delle Alpi.
Marcatori: 12' pt Cruz, 24' st Cruz, 29' st Martins, 44' st Montero
JUVENTUS
Buffon; Thuram, Legrottaglie, Montero, Birindelli; Camoranesi (1' st Di Vaio), Tacchinardi, Appiah (25' st Conte); Nedved (27' st Miccoli); Del Piero, Trezeguet.
Panchina: Chimenti, Ferrara, Tudor, Davids.
Allenatore: Lippi
INTER
Toldo; Cordoba, Adani, Gamarra; J.Zanetti, C.Zanetti, Almeyda, Pasquale (44' st Brechet); Van der Meyde (12' st Emre), Cruz (36' st Recoba sv), Martins.
Marcatori: 6' Martins, 25' aut. Kily Gonzales, 45' Vieri, 2' st Stankovic, 47' st Di Vaio.
INTER
Fontana; Cordoba, Materazzi, Gamarra; Javier Zanetti, Cristiano Zanetti, Farinos (10' st Almeyda), Kily Gonzales (37' st Helveg); Stankovic (24' st Karagounis), Martins, Vieri.
Panchina: Cordaz, Cannavaro, Cruz, Adriano.
All. Zaccheroni.
JUVENTUS
Buffon; Birindelli, Legrottaglie, Montero, Zambrotta; Camoranesi (27' st Conte), Tacchinardi, Tudor, Appiah (1' st Maresca); Trezeguet, Miccoli (11' st Di Vaio).
Panchina: Mirante, Iuliano, Pessotto, Chiumiento.
All. Lippi.
INTER-JUVENTUS 2-2. 28 novembre 2004, San Siro
Marcatori: Zalayeta (J) all'8' s.t, Ibrahimovic (J), su rigore, al 21' s.t., Vieri (I) al 34' s.t., Adriano (I) al 40' s.t.
INTER (4-4-2)
Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Mihajlovic; Favalli (Ze Maria dal 1' s.t.); Van der Meyde (Recoba dal 22' s.t.), Stankovic, Cambiasso, Davids (Vieri dal 22' s.t.); Martins, Adriano.
Massimo Lancianese
lunedì 8 ottobre 2012
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Di Massimo Lancianese BARCELLONA - Chiunque abbia visto il derby di ieri sera avrà notato l'abissale differenza tra la partita di ieri e alcuni derby che San Siro ha avuto modo di ospitare in passato. La pochezza della stracittadina milanese è stata senz'altro amplificata dalla quasi contemporaneità di una sfida che, al momento, rappresenta il massimo, calcisticamente parlando, sia a livello tecnico che di emozioni: "El Clasico" Barcellona-Real Madrid. Mentre la sfida tra le due spuntate squadre milanesi arrancava tra passaggi sbagliati ed errori grossolani (sia dei giocatori che dell'arbitro), a Barcellona si scriveva un'altra, esaltante pagina della sfida per eccellenza degli ultimi anni. E per di più, la gara del Camp Nou è stata decisa dalle prodezze dei due giocatori attualmente più forti al mondo, Messi e C.Ronaldo, quasi a voler infierire sulla penuria di giocatori tecnici del nostro campionato. Per la cronaca, la sfida si è conclusa due a due, con due reti a testa di CR7 e della pulce. La partita è stata più che godibile, aiutata anche dall'atmosfera stupenda che ormai si respira ogni qual volta queste due squadre si incontrano. E il Derby invece? L'attesa per questa partita non è stata così febbrile, depressa da due squadre incapaci, al momento, di far infiammare gli stadi a suon di giocate sensazionali. D'altronde, la situazione attuale è questa: le big del calcio italiano sono oggettivamente inferiori alle altre squadre europee e a parer mio non solo a livello di giocatori. Le polemiche arbitrali post-derby dimostrano proprio questo: si pensa più a contestare le decisioni dell'arbitro piuttosto che fare mea culpa e lavorare sui limiti tecnico-tattici del nostro calcio. Sarebbe bello vedere un derby, o anche un'altra grande classica del nostro campionato, giocata a viso aperto, col solo scopo di far divertire il pubblico. Inter e Milan al momento non riescono ad offrire più di questo. Dico "riescono" perchè potrebbero fare sicuramente meglio. Purtroppo la necessità di fare punti, o comunque di non perdere, frena le squadre italiane, frena il loro gioco e la loro voglia di attaccare, il tutto a discapito dello spettacolo. A parte la Juventus e in qualche misura Lazio e Fiorentina offrono un gioco brillante e offensivo, per il resto poco e niente. Ed è un peccato, perchè il nostro calcio si merita di meglio. In tutto questo, ieri si è giocata anche Marsiglia - Paris Saint Germain, con Ibrahimovic mattatore con una doppietta, anche se inutile dato il pareggio per 2 a 2. Facile buttarsi giù e pensare che anche in Francia si divertano di più, grazie a grandi giocatori: non penso sia così ma sostengo che lo spettacolo lo fanno una miriade di fattori, non solo i grandi giocatori. Milan e Inter stanno lavorando su bilanci e per assicurare un futuro alle rispettive società: giustissimo, ma non è una scusante ad un gioco lento e deficitario. Speriamo che nel girone di ritorno lo spettacolo sia migliore.
Buon calcio a tutti!
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di Giovanni Sgobba MILANO- Quando Samuel ha sbloccato la partita al terzo minuto di gioco e quando, qualche istante dopo, Milito ha sciupato rovinosamente la palla del 0-2, il pensiero è stato: "qua finisce in goleada".
Del resto in una stagione dove tutto gira storto e le beffe sembrano ordinarie, anche l'Inter avrebbe potuto, a distanza di un decennio, riprendersi la rivincita per quel 6-0 tennistico che in molti ancora ricordano. Perché dico questo? Quella partita fu sbloccata proprio al terzo minuto da Comandini e, ieri, la disorganizzazione del Milan nei primi 5-6' per certi versi ha ricordato molto quella dell'Inter di Tardelli di quella nefasta sera di maggio. Ma a mente lucida i fantasmi sono stati presto scacciati: Milito non è stato letale quanto Shevchenko, l'Inter di ieri non voleva dominare il match come quel Milan di Cesare Maldini e soprattutto, per quanto in difficoltà possa essere questo Milan, non è (al momento) ridotto in macerie e spaesato come quella formazione neroazzurra, demoralizzata per una stagione fallimentare.
Dopo dieci minuti burrascosi, in effetti, la partita ha cambiato profilo evidenziando la carente qualità di idee (di tecnici ed giocatori) di entrambe le formazioni. E se viene annullata, l'unica giocata pazzesca in una gara insufficiente, ovvero la rete di Montolivo, allora non era destino vedere un po' di spettacolo.
L'Inter, quella che vorrebbe puntare allo scudetto, dopo nemmeno un quarto d'ora di gara, ha alzato barricate per difendere un (UNO) preziosissimo goal e di fatto consegnando ai rossoneri, le chiavi del gioco, con l'intento di ripartire e di far male in contropiede. Contano i tre punti, certamente, chi vince ha sempre ragione, verissimo, ma arroccarsi fin dal primo tempo (l'espulsione di Nagatomo ha semmai enfatizzato questa scelta, più che motivarla), chiudersi a riccio e soffrire oltre al dovuto solo perché si ha paura di mettere il muso al di là del centrocampo è roba da masochisti, ma tant'è che l'andamento delle partite della squadra di Stramaccioni sta evidenziando un comune denominatore: far giocare gli altri, aspettare l'errore avversario per attaccare. Sagacia e furbizia tattica o mancanza di idee?Dopo la partita contro la Fiorentina e questo derby, aspettiamo il terzo indizio per smascherare i reali intenti di Stramaccioni.
E il Milan? Di sicuro non se la passa meglio, anzi, se avesse potuto, avrebbe volentieri lasciato il pallino del gioco ai cugini. L'evoluzione del match ha messo il Milan ed Allegri dinanzi ad un serio problema, ovvero, l'incapacità di saper e voler offendere. L'atarassia più estrema: De Jong si lava le mani da qualsiasi responsabilità di regia, Abate, entrato nella ripresa quando l'Inter era in 10, e quindi teoricamente fresco, si è limitato a girare la palla all'indietro, El Sharaawy non ha superato un avversario, Boateng si schiacciava troppo in area vanificando la sua qualità nel dribblare l'uomo in progressione.
Troppo, davvero troppo poco per una squadra che annaspa nella parte di destra della classifica e che in superiorità numerica, non ha saputo sfondare la difesa avversaria. E' mancata la rabbia agonistica, pensare di poter riacciuffare la partita: crossare sempre dalla sinistra è stata l'unica idea espressa in 90'. Tanti limiti in una squadra dove Emanuelson, Bojan e Montolivo hanno provato a metterci impegno, tentando qualche dribbling, qualche conclusione, ma di fatto sono stati annullati dall'inconsistenza degli altri. Soprattutto l'ex centrocampista viola, criticato la settimana scorsa per l'ingenuità di Parma, non ha sofferto pressioni e ha portato avanti la croce, non temendo figuracce e provando più e più volte il tiro da lontano.
A chi è sembrato che il Milan stesse giocando in superiorità numerica? Attualmente la formazione di Allegri, nel suo andamento altalenante, più che ad un Ulisse che si spinge al di là dei propri limiti, assomiglia ad una Penelope che fa e disfa costantemente la tela: progressi a Parma ed a San Pietroburgo, vanificati in una sola, scialba, serata.
Insomma, paradossi e contraddizioni di un derby insufficiente, lento (non ce ne voglia Cambiasso, ma se è stato il migliore a centrocampo, pur non essendo più quello di una volta, qualcosa vorrà dire) ed anomalo. Anomalo anche tra gli spalti, dove, a causa dello scambio Cassano - Pazzini, si sono visti stessi striscioni, ma in curve invertite, rispetto alla passata stagione ("Interista diventi pazzo" suona come un dejà vù) e dove in sostanza 3/4 del pubblico ha ben pensato di fischiare (lecito) ed insultare, anche con striscioni offensivi, (gesti da condannare) l'ex Cassano, piuttosto che incoraggiare i loro beniamini, spronarli nel dare qualcosa di più. E' comprensibile l'amarezza più profonda per una stagione travagliata, ma ad ottobre già iniziato, recriminare qualcosa che ormai è passato, perde qualsiasi senso logico. Anche perché c'è un presente che più che rosso, tende al nero...
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di Giovanni Sgobba MILANO- Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Milan ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra il Milan di Ancelotti, i derby di Champions, la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime stracittadine. San Siro il teatro, moltissimi gli attori: Shevchenko, Crespo, Inzaghi, Milito, Cambiasso, Adriano, Dida, Ibrahimovic, Stankovic, Zanetti, Ronaldo, Kakà...chi sarà il prossimo protagonista?
-28 Settembre 2008. Milan - Inter 1-0 Serie A Marcatori: 36' Ronaldinho
Milan: Abbiati; Zambrotta, Maldini, Kaladze, Jankulovski; Gattuso (Bonera dal 43' s.t.), Seedorf, Ambrosini; Kakà, Ronaldinho (Shevchenko dal 39' s.t.); Pato (Flamini dal 28' st)
Allenatore: Ancelotti
Inter: Julio Cesar; Maicon, Burdisso, Materazzi (Cruz dal 14' s. t.), Chivu; Vieira (Stankovic dal 35' s.t.), Cambiasso, Zanetti; Mancini (Adriano dal 14' st), Ibrahimovic, Quaresma.
Allenatore: Mourinho.
-29 Agosto 2009. Milan - Inter 0-4 Serie A Marcatori: 29' Thiago Motta, 36' Milito rig., 46' Maicon, 22' st Stankovic
Marcatori: 1' e 17' st Pato (M), 45' st Cassano (M, rig.)
Milan: Abbiati; Abate, Nesta, T. Silva, Zambrotta; Gattuso (6' st Flamini), Seedorf, van Bommel; Boateng, Pato (38' st Emanuelson), Robinho (35' st Cassano)
Allenatore: Allegri
Inter: Julio Cesar; Maicon, Ranocchia, Chivu, J. Zanetti; T. Motta, Cambiasso (25' st Stankovic); Pandev (10' st Cordoba), Sneijder, Eto'o; Pazzini (18' st Milito).
Allenatore: Leonardo
-6 Agosto 2011. Milan - Inter 2-1 Supercoppa Italiana
di Giovanni Sgobba MILANO- Riviviamo assieme alcune delle più emozionanti sfide tra Milan ed Inter che hanno caratterizzato l'ultimo decennio. 10 anni di grandi sfide, tra il Milan di Ancelotti, i derby di Champions, la rinascita dell'Inter con Mancini, e l'era di dominio con Mourinho fino ad arrivare alle ultime stracittadine. San Siro il teatro, moltissimi gli attori: Shevchenko, Crespo, Inzaghi, Milito, Cambiasso, Adriano, Dida, Ibrahimovic, Stankovic, Zanetti, Ronaldo, Kakà...chi sarà il prossimo protagonista?
-13 Maggio 2003. Inter- Milan 1-1 Champios League [Ritorno Semifinale] Marcatori: 46' pt Shevchenko, 38' st Martins Inter: Toldo; Cordoba, Materazzi, Cannavaro; J. Zanetti, Di Biagio (1' st Dalmat), C. Zanetti, Emre, Conceiçao; Recoba (1' st Martins), Crespo (26' st Kallon). Allenatore: Cuper
Milan: Abbiati; Costacurta, Nesta, Maldini, Kaladze; Gattuso, Pirlo (44 ' st Brocchi), Seedorf; Rui Costa (19' st Ambrosini); Shevchenko, Inzaghi (35' st Serginho). Allenatore: Ancelotti
-21 Febbraio 2004. Milan - Inter 3-2 Serie A Marcatori: al 15' pt Stankovic (I), al 40' pt C. Zanetti (I); all'11' st Tomasson (M), al 12' st Kakà (M), al 40' st Seedorf (M)
MIilan: Dida; Cafu (dal 25' st Pancaro), Nesta (dal 29' st Laursen), Costacurta, Kaladze; Gattuso, Pirlo, Seedorf; Kakà, Rui Costa (dal 1' st Tomasson); Shevchenko
Allenatore: Ancelotti
Inter: Toldo; Helveg, Adani, Cordoba; J. Zanetti, C. Zanetti, Farinos, Kily Gonzalez (dal 43' st Recoba); Stankovic (dal 25' st Karagounis); Vieri (dal 30' st Cruz), Adriano
Allenatore: Zaccheroni
-6 Aprile 2005. Milan - Inter 2-0 Champions League [Andata Quarti] Marcatori: 46' Stam (M), 76' Shevchenko (M)
-11 Dicembre 2005. Inter - Milan 3-2 Serie A Marcatori: 24' Adriano (I), 39' Shevchenko (M), 61' Martins (I), 85' Stam (M), 93' Adriano (I)
-28 Ottobre 2006. Milan - Inter 3-4 Serie A Marcatori: 17' Crespo (I), 22' Stankovic (I), 50' Ibrahimović (I), 53' Seedorf (M), 72' Materazzi (I), 79' Gilardino (M), 94' Kaká (M)
Milan: 1 Dida; 2 Cafu, 13 Nesta, 4 Kaladze, 18 Jankulovski (1' st 3 Maldini); 8 Gattuso, 21 Pirlo, 10 Seedorf, 23 Ambrosini (1' st 7 Oliveira); 9 Inzaghi (1' st 11 Gilardino), 22 Kakà Allenatore: Carlo Ancelotti
Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 11 Grosso (16' st 16 Burdisso); 5 Stankovic, 14 Vieira, 15 Dacourt (16' st 7 Figo), 4 Zanetti; 8 Ibrahimovic (38' st 25 Samuel), 18 Crespo Allenatore: Roberto Mancini
-11 Marzo 2007. Inter - Milan 2-1 Serie A
Marcatori: 40' Ronaldo (M), 56' Cruz (I), 76' Ibrahimović (I)
BARI -Ma veniamo al girone C, quello dei nostri azzurri, che dovranno vedersela con i campioni del mondo e d’Europa in carica della Spagna, con l’Irlanda di Trapattoni e con la Croazia, con la quale vanta un saldo negativo.
La prima partita dell’Italia sarà proprio contro le furie rosse; tutto il girone, come l’A, si giocherà in Polonia. Prandelli ha lasciato a casa Giuseppe Rossi (infortunato), Quagliarella, Matri, Pazzini e Osvaldo, puntando su una linea piuttosto “verde”, preferendo Balotelli, Giovinco, Borini, Cassano e Di Natale. In porta ha sacrificato Viviano, optando per il trio Buffon-De Sanctis-Sirigu, mentre la difesa è essenzialmente quella della Juve: fuori Ranocchia, ci sono Barzagli, Bonucci e Chiellini, cui vanno implementati Balzaretti, Abate, Ogbonna e Maggio, sperando di continuare con il ruolino di marcia che ha permesso alla nostra nazionale di vincere il gruppo C subendo – miglior difesa delle qualificazioni – solo due gol. A centrocampo, oltre ai soliti Pirlo, De Rossi, Marchisio, Motta e Montolivo, spazio a Nocerino, Diamanti e Giaccherini.
Gli spagnoli si presentano in partenza orfani di Puyol e David Villa infortunati, e di Bojan, Soldado e Thiago Alcantara per scelta tecnica. Ma la squadra di Del Bosque può contare veramente su un gruppo formidabile, dove anche chi sembra essere solo una riserva in realtà è un fuoriclasse. Xavi, Iniesta, Pique, Alonso, Cesc, Silva, Casillas, il meglio del Real e Barcellona non deluderanno, se implementati ai freschi campioni d’Europa del Chelsea Fernando Torres e Juan Mata. Gli spagnoli si sono qualificati primi nel gruppo I a punteggio pieno, costringendo la Repubblica Ceca agli spareggi.
L’Irlanda guidata dal Trap è invece arrivata seconda nel gruppo B, staccata di due punti dalla Russia: ha perciò disputato lo spareggio, travolgendo l’Estonia. Stessa sorte è toccata alla Croazia, seconda nel gruppo con la Grecia e agli Europei grazie al successo negli spareggi contro la Turchia.
Olic, Eduardo, Modric, Pranijc e Srna per la Croazia, Duff, Mc Geady e Keane per i verdi d’Irlanda i punti di forza di due compagini che fanno sicuramente del collettivo la loro forza. E il tandem Trapattoni-Tardelli, dal punto di vista tattico, non ha niente da invidiare a nessuno.
L’ultimo girone, che si giocherà in Ucraina come il B, vede protagonista l’esordiente Ucraina, qualificatasi di diritto in quando paese ospitante, la Svezia (miglior seconda delle qualificazioni), Francia e Inghilterra, vincitrici rispettivamente del gruppo D e G. Un girone che si presenta molto equilibrato, con la Svezia di Ibrahimovic pronta a sfruttare qualsiasi indecisione delle prime della classe, mentre l’Ucraina, capitanata dall’ormai trentacinquenne Shevchenko, potrà contare solo sul gruppo, sul fattore campo e su qualche buona giocata di Tymoshchuk e Milevsky. La Svezia, invece, oltre al fuoriclasse del Milan, ai affida agli interessanti Svensson e Rosemberg, oltre a una tradizione che la vede come una squadra difficile da superare e molto ben organizzata.
L’Inghilterra, orfana di Capello, Ferdinand, Crouch e di Lampard e Cahill in extremis, affidata all’ex Inter Roy Hodgson, tenterà di sfatare il tabù europeo secondo cui non si è mai affacciata nemmeno alla finale del torneo continentale. Terry, Gerrard, e Cole sono forse gli epigoni della Golden Generation ormai all’ultima chance, aggrappati più che mai ai gol di Wayne Rooney.
Infine la Francia di Blanc, che ha già operato il ricambio generazionale dopo il flop in Sudafrica, si affida ai vari Benzema, Menez, Ribery, Malouda, Mexes e Konscienly per i riportare i blues ai fasti dello storico treble tra il 1998 e il 2001 (Mondiale, Europeo e Confederations Cup). In attesa di ospitare il torneo tra quattro anni sulle rive della Senna, come ha deciso monsieur Platini.
La prima classificata del girone C affronterà nei quarti la seconda classificata del girone D e viceversa.
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BARI- Si
è conclusa ieri la stagione 2011/2012 della Serie A Tim, che ha visto laurearsi
campione, già da domenica scorsa, la Juventus di Conte. Ieri i bianconeri hanno
battuto per 3 a 1 l’Atalanta di Colantuono con un gran sinistro di Marrone su
sponda di Borriello, con un bel destro di Del Piero alla sua ultima gara in
bianconero e con il rigore trasformato da Barzagli, subito dopo l’autorete di
Lichtsteiner. Standing ovation per il numero 10, in una giornata che ha visto
molti altri addii, specie a Milano, dove Gattuso, Inzaghi, Nesta, Zambrotta e
Van Bommel si sono esibiti per l’ultima volta con i colori rossoneri.
Il
Milan, ormai secondo e già in Champions, batte in rimonta il Novara, che era
andato in vantaggio con un gol di Garcia. Nella ripresa, dopo numerosi
tentativi di Seedorf, prima Flamini e poi Inzaghi “alla Inzaghi”, regalano gli
ultimi tre punti agli uomini di Allegri.
L’Udinese,
con un netto successo per 2 a 0 sul campo del Catania, conquista i preliminari
di Champions: dopo un erroraccio di Di Natale, l’attaccante si fa perdonare con
un bel colpo sotto. L’errore di Gomez dal dischetto impedisce agli etnei di
pareggiare, e nella ripresa ci pensa Fabbrini a chiudere il conto.
Inutili
perciò le vittorie del Napoli sul Siena (doppietta di Dossena inframmezzata dal
gol di Destro) e della Lazio sull’Inter (Milito su rigore, poi rimonta laziale ad
opera di Kozak, Candreva e Mauri a tempo scaduto). Tutte e tre le compagini
accederanno all’Europa League: l’Inter è sicura dei preliminari, mentre se i partenopei
batteranno la Juventus in Coppa Italia, lasceranno l’onere dei preliminari agli
uomini di Reja.
Il Lecce, sconfitto di misura a Verona,
raggiunge il Cesena e il Novara in serie B. Chievo avanticon Vacek, Puggioni salva più volte i padroni di casa,
rendendo vani gli attacchi generosi dei pugliesi, sconfortati anche dalle
notizie che arrivavano da un Marassi deserto in cui il Genoa, grazie alle reti
di Gilardino e Sculli, batte un Palermo inerme.
Il
Parma centra le settima vittoria consecutiva, battendo il Bologna nel derby
dell’Emilia con un gol di testa di Biabiany. La Roma, sotto con il Cesena in
virtù della rete di Del Nero, rimonta con Bojan, Lamela e De Rossi, prima
dell’inutile gol di Santana.
Fiorentina
e Cagliari non si fanno male in uno scialbo pareggio a reti bianche.
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Il portiere Bornescu spinge l'autore del goal Cadù
di Giovanni Sgobba CLUJ-NAPOCA- Il derby si sa, in ogni angolo del mondo, porta con se tensioni, duelli agonistici e sfide nelle sfide tra due tifoserie che si contendono la supremazia in città. Capita (e anche di frequente) che la sana rivalità sportiva, però, finisca per essere contaminata e messa da parte per motivi di odio o problemi sociali, trasformando uno spettacolo sportivo in una parapiglia generale.
E' successo ieri nel derby rumeno tra Universitatea Cluj e CFR Cluj, valevole per la 31esima giornata di Liga I. La città, al nord della Romania, è profondamente biculturale, divisa tra cultura ungherese e cultura rumena ed anche le due squadre rispecchiano questa antica spaccatura tant'è che, a metà anni 40' durante il regime ungherese, il CFR Cluj preferì trasferirsi proprio nella stessa Ungheria.
Nel derby di ieri è successo tutto ed in soli 27 minuti: tanto è bastato per vedere un calcio di rigore a favore del CFR (che ha generato numerose perplessità), trasformato dal centrocampista portoghese Cadù. Poi inspiegabilmente il portiere avversario Bornescu ha rincorso proprio il giocatore mentre festeggiava, spingendolo e dando inizio ad una rissa che l'arbitro non è riuscito a sedare. Dopo, infatti, aver espulso i due giocatori, il giudice di gara non è riuscito più a tenere sotto controllo il match e dopo nemmeno mezz'ora di gioco, ha mandato le squadre negli spogliatoi, subendo, successivamente, anche le critiche da parte della Federcalcio rumena. Scelta comunque saggia, visto che nel tratto che porta negli spogliatoi, la rissa non si è placata ed ha visto protagonisti anche altri elementi dello staff delle due squadre.
BARI- Il Milan, reduce dall’eliminazione dalla Champions League, non riesce a mantenere la vetta della classifica: dopo un rigore generoso concesso per un fallo su Maxi Lopez trasformato dal solito Ibrahimovic, nel secondo tempo la Fiorentina rimonta prima con Jovetic (solo contro Abbiati) e poi con Amauri, che capitalizza un errore di Mexes.
La Juventus non si fa pregare e ne approfitta subito, battendo al “Barbera” il Palermo con le reti di Bonucci e Quagliarella e volando a +1 sul Milan a 7 giornate dal termine, con un vantaggio anche negli scontri diretti.
Pareggi tra Novara e Genoa (Mascara risponde al gol di Rossi) e tra Cagliari e Inter (Milito replica ad Astori e Cambiasso a Pinilla, poi espulso); reti bianche tra Cesena e Bologna.
La Roma affonda a Lecce, sotto i colpi degli spietati Muriel e Di Michele (doppiette per entrambi): solo nel finale Bojan e Lamela con una splendida punizione addolciscono la sconfitta.
Il Chievo batte 3 a 2 il Catania di Montella: subito in vantaggio con un bel tiro di Bradley, raddoppia grazie a un’ingenuità di Spolli che scivola e abbatte Pellissier: rosso e rigore che il numero trentuno gialloblu trasforma. I siciliani accorciano grazie a un tiro deviato da Andreolli, prima che Paloschi, saltando il portiere e insaccando, porti a tre le reti dei veronesi, rendendo così vano l’ultimo gol messo a segno da Almiron.
Siena corsaro a Bergamo: in svantaggio per la rete di Schelotto, rimonta con il rigore di Larriondo e il gol allo scadere di Destro, sempre più decisivo.
L’Udinese torna a vincere in casa contro il Parma: sul finire della prima frazione, Asamoah porta in vantaggio i bianconeri. Nella ripresa, Di Natale insacca il suo 150esimo gol in serie A, prima che Lucarelli per il Parma e ancora Asamoah per l’Udinese fissino il risultato sul 3 a 1. Il Parma può però recriminare sulla mancata espulsione di Pereira per fallo da ultimo uomo su Giovinco, con il risultato di parità.
Il derby-champions tra Lazio e Napoli se lo aggiudicano i romani, con un netto 3 a 1: subito Candreva batte De Sanctis, Pandev pareggia ma un eurogol in rovesciata di Mauri e il rigore di Ledesma per fallo su Rocchi confermano la Lazio al terzo posto.
di Claudio Santovito. BARI - Non
ce la fa il Napoli, che cade allo Stamford Bridge contro il Chelsea di Di
Matteo per 4-1 e vede sfumare il sogno dei quarti di finale. Dopo la sfuriata
iniziale dei partenopei, con Lavezzi e Cavani che non riescono a segnare,
Drogba di testa porta in vantaggio i blues, che ad inizio ripresa raddoppiano,
sempre di testa, con Terry. Inler accorcia le distanze con un bel destro riportando
la qualificazione al Napoli, ma prima un rigore di Lampard (mani di Dossena),
poi il gol di Ivanovic all’extra-time, spediscono il Chelsea a rappresentare
l’Inghilterra ai quarti di finale.
Il
Real non fatica contro un discreto CSKA Mosca, il Santiago Bernabeu non è terra
di conquista per nessuno. Higuain, Ronaldo e Benzema riempiono il tabellino dei
marcatori, prima dello splendido ma inutile gol di Tosic e del 4-1 firmato
ancora da Ronaldo a porta vuota.
Martedì
sera, invece, si è consumata la sfortunata eliminazione dell’Inter contro il
Marsiglia. Dopo due occasioni sprecate – anzi, divorate – da Sneijder e Milito
nel primo tempo, nella ripresa lo stesso argentino ha portato in vantaggio i
nerazzurri, riequilibrando il risultato dell’andata. Ma come all’andata, in
pieno recupero e con il terzo dei tre tiri in porta nei 180 minuti, la squadra
di Deschamps ha sfruttato un rimpallo a favore e Brandao infila Julio Cesar,
regalando ai francesi i quarti di finale. Inutile il rigore di Pazzini a tempo
scaduto.
Nell’altra
gara, il Bayern Monaco abbatte il Basilea per 7 a 0, con Mario Gomez che cerca
di eguagliare il pokerissimo di Messi della scorsa settimana, fermandosi a
quota quattro. Di Robben (doppietta) e Muller le altre reti.
Domani
a Nyon il sorteggio designerà il tabellone di quarti e semifinali, in cui spicca
il possibile derby Real-Barcellona.
di Giovanni Sgobba. BARI- Notte indimenticabile per i tifosi del Liverpool: come nei sogni più romantici, infatti, i Reds non solo conquistato l'attesissimo derby del Merseyside contro l'Everton, ma lo fanno con una storica tripletta del capitano Steven Gerrard, pesante assenza nella prima parte di stagione, e ritornato trascinatore. La città si ferma per una partita che da sola vale un trofeo, una consolazione per due squadre lontane dai vertici alti della Premier League. Per l'Everton guidato da Moyes (che festeggiava i 10 anni sulla panchina), la possibilità di scavalcare proprio i cugini in classifica, mentre per il Liverpool, l'opportunità di tornare a vincere dopo 3 sconfitte consecutive dopo la vittoria in Carling Cup.
Tanti temi dunque, ma la partita si tinge di rosso: un 3-0 tutto sommato giusto e che rispecchia un match nel quale i Toffemen, nonostante le positive prove di Pienaar e Rodwell, dopo sette risultati utili e consecutivi, sono crollati sotto i colpi del capitano idolo di Anfield. Prima un tiro di precisione che supera il portiere leggermente fuori dai pali, poi una sassata, suo marchio di fabbrica e poi un altro tiro di sinistro a partita ormai conclusa. Hat-trick (termine inglese che indica la tripletta) e pallone a casa per ricordare questa partita storica. Per l'Everton, tradizionalmente riconosciuta come la seconda squadra di Liverpool, si tratta della settima sconfitta negli ultimi undici derby, che li blocca al nono posto in classifica, a 37 punti, 5 dai cugini.
I tifosi della Kop ringraziano il proprio capitano, e fino al prossimo derby, saranno loro i "padroni" di Liverpool
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