di Davide Colonna
MILANO - Un colpo di testa al 58' del doriano Costa, affonda a S.Siro la ormai "barchetta" Milan che, priva di fuoriclasse come potevano esserlo Ibra, Cassano e T.Silva, ormai passati alla corte di Ancelotti e Stramaccioni, stenta a creare un gioco convincente ma soprattutto vincente. Coi soli Robinho e Boateng muniti di piedi buoni e con un El Sharawy testardo e immaturo, c'è poco da fare contro l'organizzata difesa blucerchiata.
Dalla sua, la Sampdoria, seppur con una squadra composta da nomi di "seconda fascia" ma con un allenatore dalle idee chiare come Ciro Ferrara, riesce a mettere in difficoltà gli uomini di Allegri soprattutto nel primo tempo con pericolosi contropiede per poi chiudersi e conservare il risultato dopo l'acquisito vantaggio nella ripresa.
La fortuna, come si dice, aiuta i forti e il Milan evidentemente o alla fortuna non piace o forte non è. Due clamorosi legni nel secondo tempo, impediscono prima a Yepes e poi a Boateng di raggiungere il pareggio probabilmente meritato ma, nel complesso, i rossoneri, non hanno creato quanto ci si aspettava considerando il modesto avversario.
Osservando lo schema di mister Allegri, che sembra povero di idee e ordine e che non può più contare sui lanci lunghi per il tuttofare Ibrahimovic (anche se siamo ancora all'inizio), anche un eventuale inserimento di Kakà lascia spazio alle perplessità. Il brasiliano, anche se con un brillante passato a Milano, non gioca con continuità da molto tempo e inoltre, risulterebbe poco chiara la sua posizione nel modulo rossonero. Qualcuno tra Boateng, Robinho, Pato ed El Sharawy dovrà cedergli il posto e i conseguenti malumori, andranno a sommarsi ai problemi attuali. Vista la situazione, in casa Milan, non si può di certo stare "Allegri" e solo la pazienza potrà portare a buoni risultati futuri. I soli acquisti (se ci saranno) di Kakà e Diarra dal Real, potrebbero non bastare. Più che una squadra, c'è una intera mentalità da ricostruire e quella di sicuro non è sul mercato.
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Responsabile dei Servizi Sportivi: Mario Schena
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