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Coppa d'Africa 2013: "caccia" aperta al successore dello Zambia

venerdì 18 gennaio 2013 0 commenti

di Giovanni Sgobba
JOHANNESBURG - Tutto pronto per la 29esima edizione della Coppa d'Africa. Domani, 19 gennaio, si taglieranno i nastri con il match inaugurale tra Sudafrica, paese ospitante e Capo Verde. Per tre settimane (la finale sarà il 10 febbraio a Johannesburg) i riflettori saranno puntati alla ricerca di giovani talenti e di storie da raccontare.

Cambi di programma. Il torneo si è evoluto in itinere per problemi d'immagine e politici. Gli organizzatori sperano in una inversione di tendenza mediatica: si va dagli anni pari agli anni dispari per poter garantire maggior visibilità rispetto alle altre manifestazioni internazionali. Inoltre, la sede designata in precedenza doveva essere la Libia, ma dopo la guerra civile del 2011 si è optato per il Sudafrica, una nazione strutturalmente pronta per ospitare in corsa il torneo. I sudafricani, infatti, hanno ospitato gli ultimi Mondiali nel 2010, ma dei fasti di 3 anni fa è rimasto ben poco. Incapacità di gestire i nuovi stati e crisi economica riducono la portata dell'evento: metà degli impianti resteranno chiusi e saranno previste gare sullo stesso campo a distanza di poche ore.

16 le nazioni partecipanti suddivise in 4 gironi. Proverà a confermarsi regina d'Africa lo Zambia, che un anno fa sconfisse ai rigori la più quotata Costa d'Avorio. Gli elefanti, dal canto loro, ci riprovano guidati dal tecnico Lamouchi, ex giocatore di Inter e Parma, e trascinati da Drogba che dopo le fortune in Europa ed in Asia, vuole trionfare anche nel continente nero.
Drogba e l'allenatore Lamouchi

Assenze illustri e prime apparizioni. Mancheranno le più titolate: l'Egitto, 7 volte campione (tre consecutivamente dal 2006 al 2010) ed il Camerun, 4 volte sul gradino più alto, eliminato durante la fase di qualificazione dal Capo Verde, alla sua prima apparizione.

Europei in campo. Molti i "prestiti" del Vecchio Continente. Su 368 convocati, 181 giocano nei campionati europei, 9 in Serie A. La Costa d'Avorio ha convocato 21 europei su 23 posti disponibili. Nutrita anche la schiera di allenatori: 6 sono francesi, uno è belga, un altro tedesco.

La mascotte disegnata da un bambino. Si chiama "Takuma" ed è un ippopotamo con la maglia gialla, la mascotte di questa edizione. Ideato da un bambino sudafricano, il nome del pupazzo significa in dialetto locale "rialzarsi".









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Tuffi e simulazioni. Dall'ultima "perla" di Suarez, alla Top 10 del 2012: ecco i video

giovedì 11 ottobre 2012 0 commenti

di Redazione
L'arte, se così si può chiamare, del tuffarsi o del simulare sta diventando un fenomeno sempre più diffuso: alle volte infastidisce pubblico e giocatori, altre volte, per la loro teatralità strappano persino un sorriso.
L'ultima "perla" è di Luis Suarez, attaccante del Liverpool, che in Inghilterra fa di tutto per non guadagnarsi la stima di tutto l'ambiente calcistico.
Nell'ultimo turno contro lo Stoke, infatti, il centravanti uruguaiano si è reso protagonista di una simulazione, talmente goffa e plateale, che sta facendo il giro del web, a tal punto da scatenare tabloid britannici (su tutti il Daily Mirror) alla ricerca delle simulazioni più spettacolari (in senso negativo) degli ultimi anni.
Da Busquets, a Drogba, passando attraverso improvvisi svenimenti, a grida a scoppio ritardato, la varietà è estremamente ricca.
Noi ci limitiamo a riproporvi il gesto di Suarez ed una Top Ten delle peggiori (o migliori) simulazione del 2012, con un occhio di riguardo alla posizione numero 5 occupata dal giocatore del Colonia, Albert Streit.

La simulazione di Suarez


                                                            Top 10 simulazioni 2012







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Sapore d'amarcord: Come nel 1999, un'altra inglese ed un altro suicidio europeo per il Bayern Monaco

domenica 20 maggio 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
MONACO - Commento:
Ancora un'altra volta il Bayern si annulla in finale. La squadra bavarese che tradizionalmente dimostra una certa continuità nella massima competizione europea, si dimostra fragile nel momento decisivo.
E mentre i tifosi assaporavano una vittoria come nel 2001 (vittoria ai calci di rigore contro il Valencia di Cuper), d'un tratto sono sprofondati nel dramma, ricordando la nefasta finale del 1999 contro il Manchester United, che rievoca inquietanti analogie.
Era il 26 maggio 1999, ed al Camp Nou di Barcellona si sfidavano Manchester United e Bayern Monaco che già si erano affrontati nel girone di qualificazione, con un doppio pareggio che non fece male a nessuno (i tedeschi chiusero primi e gli inglesi dietro di un punto). I Red Devils dovevano fare a meno degli squalificati Scholes e Roy Keane e sul campo la loro assenza si avvertì: nonostante gli uomini di Ferguson fossero i favoriti, quella finale fu totalmente dominata dai bavaresi. Passati, infatti, immediatamente in vantaggio dopo 5 min con una punizione deviata di Basler, la squadra di Hitzfeld andò più volte vicino al raddoppio con i pali di Scholl e dell'attaccante Jancker. Ma la leggenda che vuole le squadre inglesi mai dome si materializzò nel giro di 3 minuti: quelli di recupero che Collina assegnò dopo il 90'. Gettati nella mischia da Ferguson, prima Teddy Sheringham al 91' e poi il norvegese Ole Gunnar Solskjaer al 93' ribaltarono clamorosamente l'esito dell'incontro e della finale sfruttando quelle pochissime occasioni da due calci d'angolo.
Un esito crudele e beffardo per i bavaresi e per Lothar Matthaus, che sostituito, non poté far altro che assistere inerme allo sfacelo compiuto, concludendo nei peggiore dei modi la sua carriera.
Oggi come allora la storia ha deciso di non cambiar abito ed abitudini: sempre una squadra inglese (Manchester e Chelsea), sempre assenze pesanti nelle formazioni avversarie (Scholes e Roy Keane nel 99', addirittura Ramires, Terry, Meireles ieri), sempre una finale condotta dai bavaresi (i pali di Scholl e Jancker non sono dissimili agli errori sotto porta di Gomez ed al rigore fallito da Robben) e sempre fatali i calci d'angolo agli ultimi istanti (quello dal quale ha segnato Drogba è stato l'unico a favore del Chelsea).
Storie di una squadra ad un passo dal sogno...

Tabellino:
Manchester United: Schmeichel, G. Neville, Johnsen, Stam, Irwin, Beckham, Butt, Blomqvist (22' st Sheringham), Giggs, Yorke, Cole (36' st Solskjaer).

Bayern Monaco: Kahn, Linke, Matthaeus (35' st Fink), Kuffour, Babbel, Jeremies, Effenberg, Tarnat, Basler (44' St Salihamidzic), Jancker, Zickler.
Arbitro: Collina (Ita)
Reti: pt al 5' Basler; st al 46' Sheringham, al 47' Solskjaer.

Video:
Qui potete vedere il video di quella storica finale





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FA Cup: in attesa della Champions, il Chelsea fa sua la prima finale. Battuto il Liverpool 2-1

martedì 8 maggio 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
WEMBLEY- Commento: Vincere aiuta a vincere: questo è uno dei dettami che molto spesso viene proferito all'interno dell'universo calcistico. Mettersi in gioco con le pressioni di una finale e portarla a casa, aiuta a maturare, a crescere in sé la consapevolezza di essere pronti nelle battaglie e sfide future. E così il Chelsea fa le prove generali per l'attesissima finale di Champions League, facendo propria la finale di FA Cup, disputatati nel maestoso scenario di Wembley, battendo per 2-1 il Liverpool di Dalgish.
Per i Blues è la settima Coppa d'Inghilterra, mentre per l'allenatore Di Matteo si tratta della prima vittoria da allenatore, avendo già avuto il piacere di toccare la Coppa due volte come giocatore. Continua così la recente tradizione di veder trionfare un tecnico italiano: Roberto è stato preceduto, infatti, prima da Ancelotti (nel 2010 con il Chelsea) e da Roberto Mancini (la passata stagione con il Manchester United)

La partita: Non è stata una partita spettacolare, anche se l'intensità e l'agonismo hanno reso la sfida tesa fino all'ultimo. Nel primo tempo c'è stato solo un sussulto, immediato, ed è quello relativo al primo goal del Chelsea:  al minuto 11, Ramires riceve un passaggio da Mata (forse l'unico momento in cui si è visto lo spagnolo) e scarica in porta un destro non molto potente, ma che trova impreparato Reina che abbozza solo una goffa parata. Poi la formazione londinese non fa altro che gestire il ritmo in una gara dove il Liverpool si dimostra abbastanza inefficace in fase offensiva, e molto sfilacciato in mezzo al campo. Nonostante il goal di Drogba (solita devastante e concreta prestazione per l'ivoriano) ad inizio ripresa, il secondo tempo si trasforma, perché a trasformarsi sono proprio i Reds, spinti dal goal, bellissimo di Carroll, entrato nella ripresa. L'ex attaccante del Newcastle realizza una splendida rete, infilando Cech con un potente sinistro, dopo aver disorientato Terry con finte e contro finte (considerando la sua solita staticità, già il fatto di fare una finta disorienterebbe chiunque). All'82esimo l'estremo difensore dei Blues si immedesima  nelle vesti di Buffon che nega la certezza del goal di Muntari: ancora Carroll protagonista, che questa volta colpisce il pallone di testa e grida al goal. Ma non arriva nessuna convalida perché proprio Cech, di puro istinto, devìa il pallone sulla traversa. Il finale è solo a tinte rosse, ma prima Terry e poi Ivanocic si immolano ed evitano il goal beffardo nel finale, e nonostante l'immancabile "You'll never walk alone", il fortino blues resiste e dopo 5 minuti di recupero, la festa (la prima?) per il Chelsea può iniziare.

Qui il video della premiazione del Chelsea

Il Tabellino: 
5 maggio 2012 - Londra, 'Empire Stadium' di Wembley
Chelsea - Livepool 2-1
11' Ramires (C), 52' Drogba (C), 64' Carroll (L)

CHELSEA (4-3-1-2) Cech; Bosingwa, Terry, Cole; Ramires (76' Meireles), Lampard, Mikel; Mata; Kalou, Drogba. All. Di Matteo
LIVERPOOL (4-4-2) Reina; Johnson, Skrtel, Agger, Enrique; Spearing (55' Carroll), Henderson; Downing, Gerrard, Bellamy (76' Kuyt); Suarez.. All. Dalglish









Champions League: andata semifinali. Drogba trascina il Chelsea. Impresa blues contro il Barça

giovedì 19 aprile 2012 0 commenti

L'esultanza di Drogba dopo il goal
di Giovanni Sgobba
BARI- Commento: Questa volta la storia ha deciso di non ripetersi. Ad opporsi è stato il palo, sul quale il tiro di Pedro si è stampato, proprio negli ultimi istanti come quando nel 2009, Iniesta segnò il goal dell1-1 finale che qualificò, tra le polemiche, i blaugrana. Una cosa è certa: quando si gioca contro il Barcellona i numeri a fine partita non hanno senso, o meglio, non ha senso guardarli: 25 tiri verso la porta con 6-7 chiarissime occasioni da goal per gli spagnoli, un solo tiro in porta per i padroni di casa, ma è stato quello che ha deciso la partita. Ha vinto il Chelsea 1-0 con la rete dell'immancabile Drogba, uno dei licenziati della gestione Villas Boas, riscoperto dall'italiano Di Matteo, che da semplice traghettatore, ha portato la sua squadra in finale di FA Cup e si è tolto il lusso di battere, da allenatore, il suo collega Guardiola. Si perché Chelsea e Barcellona si sfidarono la prima volta in Chapions League 12 anni fa, ed allora, i due tecnici erano rivali in campo. Fra sette giorni il ritorno in terra spagnola: il Chelsea è pronto ad alzare sacchi di sabbia e mitragliatori ed a stare in trincea.


Le pagelle dei protagonisti:
Drogba: cosa avrà pensato in panchina Fernando Torres, in eterno ballottaggio con l'ivoriano, dopo la splendida prestazione del suo amico-nemico rivale di reparto? E Villas Boas? Dopo lo splendido goal in semifinale di FA Cup, un altro goal pesantissimo in Champions. Si carica la squadra sulle sue spalle e la trascina in una memorabile impresa. Solo il suo nome dietro la maglia tiene in apprensione i due centrali del Barcellona, corre e torna a difendere tarantolato dalla voglia di vendetta bramata dal 2009. Qualche tuffo di troppo, ma il resto è tutto cuore. Voto: 8.5
Lampard: altro illustre escluso dal portoghese Villas Boas. Altra rivincita. Strappa il pallone a Messi (avvenimento storico) e lancia il contropiede del goal. Solo questo basterebbe per un voto alto in pagella, ma gioca una partita di intenso sacrificio, riprendendosi il ruolo di leader del centrocampo. Voto 7.5
Terry e Cech: Il capitano J.T. a fine partita avrà pensato: "Anche questa volta sono riuscito a fermare Messi". Grintoso, granitico, ma sempre preciso. Vede arrivare le frecce spagnole da tutti i lati, ma lui, come un comandante, sotto la pioggia battente riesce a tenere su il bunker, con le spalle coperte dal portiere Cech, finalmente ritornato ai livelli che gli competono, sempre attento e sempre reattivo. Voto: 7
Messi: le giocate sono sempre le stesse, i pericoli che crea pure. Eppure la sua prestazione di ieri da tutti verrà ricordata con una macchia: la palla rubatagli da Lampard per il goal blues. E' la sua croce: un suo errore (rarissimo) sarà sempre ampliato. Si spegne nel secondo tempo, anche se è sempre l'ultimo a mollare. Voto: 6.5
Sanchez: il talentino ex Udinese è il migliore dei suoi, ma viene sostituito inspiegabilmente per primo. Si smarca e sfugge alle sentinelle inglesi, ma il gli è mancato quel pizzico di sensibilità davanti alla porta. Nel primo tempo una clamorosa traversa, nel secondo, dopo un sontuoso stop, tira troppo a lato. Voto: 7
Fabregas e Busquets: Per Cesc un ritorno a Londra da acerrimo rivale. Lui, ex Arsenal, che ha ammesso di aver tifato Barça anche nel 2009, in campo non ha trovato la sua posizione. Ha girovagato come anima in pena, smistando palloni qua e la, ma entrando poche volte in area, una delle sue qualità. Imbarazzante come nel primo tempo, avrebbe l'occasione di segnare, ma preferisce tentare un tocco morbido di esterno destro. In questi casi occorrerebbe più cattiveria. Stessa partita scialba del suo collega di reparto Busquets. Quest'ultimo ha avuto il coraggio di dar del "cascatore" a Drogba. Della serie..."da che pulpito vien la predica" Voto 5.5

Potete trovare il goal vittoria qui.













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