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Champions League, Milan: Abbiati ed El Sharaawy guidano la riscossa. Ricordate il 3-2 al Bernabeu?

giovedì 4 ottobre 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
SAN PIETROBURGO- Settembre è ormai alle spalle, quel settembre utile per giustificare un Milan inceppato, disorientato. "E' settembre, è ancora presto, il Milan avrà tempo e modo per ritrovarsi", si diceva ed in effetti non si poteva etichettare come fallimentare una stagione ancora tutta da giocare e da scoprire. La fiducia di molti sostenitori vacilla e forse traballerà per tutta la stagione, ma la prima partita del mese di Ottobre può, anzi deve, rincuorare tutto l'ambiente per la tenacia e l'impegno profuso nei 90' di gioco. La formazione di Allegri espugna il campo dello Zenit con un pirotecnico 2-3 e si rilancia nel girone C portandosi al secondo posto a quota 4 punti. L'andamento del match è stato talmente altalenante che era impossibile intuire quale sarebbe stato il risultato finale: i rossoneri, infatti, partono fortissimi dai blocchi nei primi 20' portandosi addirittura sul 2-0 con le reti di Emanuelson (punizione deviata) e di El Shaarawy, il quale, con una serpentina devastante, si smarca dai difensori e trafigge Malafeev.
Due schiaffi che risvegliano gli uomini di Spalletti: minuto dopo minuto, infatti, i russi hanno alzato il loro baricentro fino ad impossessarsi del campo, trascinati dalla straripante potenza (fisica ma anche nel tiro) di Hulk. Abbiati (monumentale con una serie di parate decisive) tiene su la roccaforte rossonera che da i primi segni di cedimento ad una manciata di secondi dal termine del primo tempo, quando si lascia trafiggere da un inserimento proprio dell'ex giocatore del Porto. Si va negli spogliatoi con il risultato di 1-2, destinato a mutare nuovamente, nei primi minuti della ripresa. Il Milan si fa cogliere nuovamente impreparato su un calcio da fermo (sesto goal subito in stagione tra calci d'angolo e punizioni) e Shirokov firma il pareggio riacciuffato con grinta.
Il Milan soffre, ma non si disunisce: per la prima volta (anche se le sbavature continuano ad esserci) i reparti si sono mossi in sincronia, il centrocampo, va detto, non funge ancora collante tra difesa ed attacco, ma nella sofferenza, non si sono disuniti e non hanno perso la rotta. In altre occasioni sarebbero malamente capitolati, ma al contrario, superata la tempesta, mentre lo Zenit rifiatava, è arrivato il colpo del k.o., beffardo perché procurato da Hubocan.
Nei numeri si capisce la portata di questa vittoria: prima sconfitta europea dell'era Spalletti, mentre l'ultima partita persa dai russi nel Petrovsky Stadium è datata settembre 2008.
Ma c'è un altro dato che desta curiosità: l'ultima volta che i rossoneri segnarono 3 reti in Champions in trasferta, fu a Madrid, quando, nella stagione 2009-2010, guidati da Leonardo, sbancarono il Bernabeu per 2-3 (reti di Pirlo e doppietta di Pato).
Era Ottobre e, a quei tempi, si parlò di svolta: il Milan, quello impresentabile durante i mesi di Agosto e Settembre (ricordarsi lo sfacelo nel derby perso 4-0 e la sconfitta in casa contro lo Zurigo), si ritrovò nella partita più difficile, grazie al cambio di modulo operato da Leonardo, e forse inaspettatamente diede uno scossone alla sua stagione.
Oggi sarebbe prematuro parlare di svolta: certamente è una vittoria che da fiducia ed entusiasmo. Dalla Russia sono giunti segnali incoraggianti (El Sharaawy che rincorre gli avversari in difesa e soprattutto 11 giocatori hanno ragionato da squadra), ma nell'imprevedibilità di questa stagione, il confine tra eccezione e conferma è molto sottile.




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Milan, dall'1-1 col Parma alla settimana del derby: cosa va e cosa non va.

lunedì 1 ottobre 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba
PARMA- Il Milan a Parma doveva vincere per dare continuità di risultato dopo la vittoria contro il Cagliari e  per rasserenare gli animi in vista della delicata settimana che vedrà gli uomini di Allegri impegnati prima a San Pietroburgo contro lo Zenit e poi nel delicatissimo derby contro i cugini neroazzurri.
Il Milan doveva vincere a Parma anche perché, dopo essere passato in vantaggio ad inizio ripresa con il solito El Sharaawy (sempre più trascinatore di una squadra che non ha altre frecce nel proprio arco), ha avuto un paio di occasioni, soprattutto con Boateng, per chiudere una partita spenta, dall'equilibrio controllabile.
Sia chiaro: il Milan, al "Tardini" non ha fatto nulla in più rispetto al Parma; seguendo una espressione del pugilato, ai punti il match effettivamente doveva finire in parità. Ma è anche vero che, solitamente, quando l'andamento della partita si attesta su livelli mediocri, il primo che segna ha buone chance di portare a casa l'intera posta in palio.
Il nervosismo di Robinho a fine gara e le dichiarazioni di Allegri sono conferme di quanto detto: rispetto alle altre uscite stagionali dove si è preso per grasso che cola tutto ciò che di buono si aveva fatto, sabato i rossoneri si sentivano in grado di poter fare di più ed hanno sciupato, per l'ennesima ingenuità, la possibilità di mettere in saccoccia altri 3 punti. Il goal di Galloppa a metà ripresa, su calcio di punizione, ha portato amarezza e sconforto in un ambiente psicologicamente instabile, soggetto a continui sbalzi di umore.
Dunque, come si sta affacciando il Milan nella settimana che può ufficialmente decretare la crisi o che può, invece, essere la svolta, la sterzata positiva?
Date le premesse precedenti c'è poco da star sereni: i continui errori dei singoli minano quella tranquillità che Allegri non riesce ancora ad infondere, la manovra offensiva (deficitaria di Pato e con Robinho in ripresa) trova nei numeri la sua grigia realtà (7 goal fatti, solo 2 marcatori ovvero El Sharaawy e Pazzini) a conferma di poca armonia nel portare avanti le azioni d'attacco.
I guai, poi, non vengono mai da soli ed in stagioni sciagurate come questa, le beffe sono dietro l'angolo: una su tutte è quella di vedere Cassano esultare domenica prossima e considerando il rendimento del giocatore barese, le possibilità sono in continua ascesa.
Eppure a Parma ci sono state anche delle conferme positive. Il tecnico toscano sta insistendo molto su De Sciglio tanto da averlo schierato terzino sinistro (lui che è destro), con risultati abbastanza incoraggianti. Anche Zapata e Yepes, in un duo tutto colombiano, hanno dimostrato attenzione e precisione nei contrasti e negli anticipi. In particolare, il colombiano ex Udinese e Villareal, se dovesse confermare questa graduale crescita, potrebbe ben presto diventare il primo centrale su cui far riferimento.
Infine, nel valzer dei moduli di gioco, Allegri ha potuto tratte indicazioni incoraggianti: il 4-2-3-1, al momento, è lo schema che da più garanzie. Certo, mancano ancora automatismi tra tutti i dieci giocatori di movimento, ma Ambrosini e De Jong centrali danno maggior copertura nella fase difensiva e soprattutto con un attacco senza punti di riferimento, giocatori come El Sharaawy, Bojan o Boateng possono sfruttare le loro qualità in progressione, così come Nocerino o Emanuelson possono aggredire gli spazi ed inserirsi.
Basterà per superare indenni questa settimana?






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Champions League: Milan ed il pareggio contro l'Anderlecht. Sforzarsi nel vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se non lo è.

mercoledì 19 settembre 2012 0 commenti

di Giovanni Sgobba.
MILANO- Tutto l'ambiente, tifosi in testa, speravano che ascoltando l'inno della Champions, i giocatori del Milan si sarebbero scrollati di dosso paure e timori, galvanizzati dall'importanza che solo un match di Coppa può dare. A fine partita l'unica cosa che hanno potuto udire sono stati i fischi del pubblico (poco).
Qualcosa si è mosso, certo, ma dopo il pareggio a reti bianche contro l'Anderlecht, si è costretti nuovamente fare il "copia ed incolla" di quanto detto e scritto al termine delle due partite casalinghe in campionato.
Ci si deve sforzare nel trovare delle noti positive, laddove in un periodo normale non ce ne sarebbero. Parlando chiaramente, il non aver subito una rete contro la formazione belga non può essere una consolazione, ma al momento, dove tutto gira storto o non gira per nulla, bisogna appigliarsi a qualcosa di positivo, qualsiasi cosa.
Allegri è consapevole che anche ieri sera la difesa un po' ha traballato con le incursioni di Biglia e con le spallate del possente Kanu e di Mbokani, ma l'esperienza di Mexes e di Bonera ed il giusto piglio di De Sciglio hanno permesso di arginare momentaneamente le difficoltà.
Si potrebbe criticare la scelta del tecnico livornese di sostituire Boateng, ma con quel cambio, che ha stizzito il ghanese e che ha fatto gridare in molti allo scandalo, Allegri ha voluto lanciare un messaggio: non basta fare il proprio compitino, tentare un tacco e qualche tiro da fuori, quando si hanno le capacità e le potenzialità per trascinare una squadra. Aiutare gli altri e farsi dare una mano, senza strafare: un solo giocatore non può essere la panacea per un malessere che appartiene a tutta la squadra. Ed El Sharaawy, subentrato proprio al posto del numero 10 rossonero, sembra aver recepito questo messaggio. Basta vedere il linguaggio del corpo, la grinta con la ha recuperato palloni in mezzo al campo, l'intensità con cui ha provato a segnare, per intuire che il "piccolo faraone", che proprio contro l'Atalanta era stato sostituito dopo una prestazione senza sapore, ha capito che in questo delicato momento storico del Milan bisogna dare qualcosa di più.
Ecco che sforzandosi di vedere il bicchiere mezzo pieno, almeno per oggi, è possibile apprezzare l'intensità di Nocerino e di Emanuelson, che, vero, commetteranno pure errori, risulteranno imprecisi ed in certi istanti un po' disordinati, ma  lottano e giocano per tutti i 90' e soprattutto dimostrano di voler essere da Milan.
Steccare all'esordio casalingo una partita sulla carta da vincere, avrebbe significato l'aver compromesso il cammino in Champions, ma in un girone come quello C, dove manca un punto di riferimento e dove Malaga e Zenit devono ancora dare conferme e trovare una loro dimensione, nulla è ancora segnato. Senza illudersi o ingannarsi, ma con la convinzione di poter cambiare rotta, anche questo rende il bicchiere apparentemente mezzo pieno...




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Champions League, 1a giornata: Sorpresa Malaga, conferma PSG. Spettacolo al Bernabeu

0 commenti

di Giovanni Sgobba
BARI- Risultati e commenti:

GRUPPO A
PSG - Dinamo Kiev 4-1. Quattro reti su cinque portano le firme di giocatori passati per l'Italia. Quando il PSG si è portato sul 2-0 con le reti di Ibrahimovic (su rigore) e di Thiago Silva (al debutto) su calcio d'angolo, tra gli spalti di San Siro sono aumentati i rimpianti ed anche un po' di beffa nel vedere, invece, una squadra che ha difficoltà nel segnare. I parigini che sembrano aver superato le difficoltà di inizio stagione, con la complicità di una Dinamo troppo contratta, arrotondano il risultato con le reti di Alex e di Pastore (ex Palermo). In mezzo, per gli ospiti, il goal di Miguel Veloso, meteora nel Genoa. Ottima prestazione anche di Verratti,

Dinamo Zagabria - Porto 0-2. Importanti tre punti esterni per i portoghesi, che si giocano verosimilmente la qualificazione con la Dinamo Kiev. A Zagabria ad aprire le marcature, sul finire della prima frazione, è il capitano argentino Lucho Gonzalez, abile con un guizzo a sfruttare un errore del portiere. I padroni di casa si svegliano nella ripresa, sfiorando il pareggio, seppur in maniera fortuita. Chiude i conti Defour a pochi minuti dalla fine.


GRUPPO B

Olympiakos - Schalke 04 1-2. 
Vittorie in trasferta nei due match del gruppo B. I tedeschi, che si sono visti annullare ingiustamente una rete di Papadopoulos, passano in vantaggio a fine prime tempo con il difensore Howedes. Nella ripresa, l'Olympiakos, che sembrava aver raddrizzato la partita con Abdoun al 57', crolla definitivamente qualche minuto dopo con la rete di Huntelaar (lo stesso olandese fallirà un penalty qualche istante dopo).

Montpellier - Arsenal 1-2. Dura praticamente 45' la sfida tra i campioni francesi e gli uomini di Wenger. Botta e risposta nel giro di 20': aprono le marcature i transalpini con la trasformazione su dischetto (discutibile rigore) di Belhanda. Poi terribile uno-due dell'Arsenal che ribalta il risultato con le reti di Podolski e poi Gervinho.


GRUPPO C

Milan - Anderlecht 0-0.
Unica sfida del martedì a terminare a reti bianche, ulteriore dimostrazione di uno stato negativo per i rossoneri, incapaci di trafiggere i pali protetti dal portiere Proto. Possesso palla per molti tratti a favore della squadra belga, ma buone occasioni nel primo tempo per il Milan con Emanuelson e poi Flamini. Nella ripresa esce (stizzito) Boateng, anarchico ed abulico, per far posto ad El Sharaawy che scuote i rossoneri, ma non basta per sbloccare la partita.

Malaga - Zenit 3-0. Senza dubbio la sorpresa della serata, per meriti degli spagnoli e per demeriti degli uomini di Spalletti, largamente spaesati. Dopo 14 minuti, infatti, il Malaga si era portato sul 2-0 grazie ad Isco ed all'argentino Javier Saviola, apparentemente rigenerato da questa nuova avventura. Lo Zenit prova con Hulk a riaprire i giochi, ma è lo stesso Isco a fissare il 3-0 nel secondo tempo con un bellissimo destro all'incrocio.


GRUPPO D

Real Madrid - Manchester City 3-2. 
Da molti considerata come l'anticipo della prossima finale, sembrerebbe deludere le aspettative fino al 70'.
Il primo tempo è Cristiano Ronaldo contro Joe Hart, con il portiere inglese che ne esce vincitore. Gioca meglio il Real Madrid, ma davanti alla porta Higuain non sembra in serata, sciupando ottime occasioni. Poi al 70' la partita si stappa: doccia fredda per le Merengues con il goal di Edin Dzeko. Sette minuti dopo, Marcelo riporta in equilibrio la sfida, ma è ancora il City di Mancini ad illudersi con la rete all'85' di Koralov (tiro-cross che sorprende Casillas). Erano già pronti titoli negativi per Mourinho, deludente in campionato, ma ecco che esplode tutto l'orgoglio dei padroni di casa che ribaltano il destino prima con Benzema e poi proprio con Cristiano Ronaldo.

Borussia Dortmund - Ajax 1-0. Meno spettacolo e tanto equilibrio nell'altra sfida del girone D. Dopo la deludente avventura dell'anno passato, i gialloneri campioni tedeschi sperano di contendere un posto al Real o al Manchester City, ma ci vogliono praticamente tutti i 90' per sbloccare una partita insidiosa. Sbaglia un calcio di rigore Hummels, ma poi ci pensa Lewandowski a siglare l'1-0 definitivo.





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