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Procuratori: Papà che curano il "mal di pancia"

sabato 24 novembre 2012 0 commenti

di Davide Colonna
BARI - Nell'osservare il calcio affogare ed affondare in un mare di debiti, la categoria dei procuratori ha imparato a nuotare. Chi pensava che solo i calciatori potessero permettersi una vita da favola tra auto, donne e vizi di ogni genere, si sbagliava di grosso. Con il loro giro d'affari che supera i 3 mld di euro annui, i procuratori, possono godersi una vita altrettanto agiata (in termini economici si intende) e, a differenza dei loro assistiti che si limitano a calciare un pallone, il calcio lo comandano. I calciatori, che lo sanno benissimo, si affidano a loro quando ci sono da risolvere particolari "mal di pancia" specialmente contrattuali e le società, schiave degli interessi, non possono fare altro che stare al gioco. I numeri e le situazioni, soprattutto nel campionato italiano, sono allarmanti. La serie A, per quanto riguarda le commissioni pagate ai procuratori, è seconda solo alla Premier League che, con il solo Manchester City, può detenere primati inattaccabili. Al mero potere tradotto in soldoni, si allaccia la problematica strettamente "tecnica" degli atleti. Qualche panchina di troppo ed ecco che, con un volo lampo intercontinentale, si presenta il procuratore per chiarire il "malinteso tattico". Tempo una partita e l'ex panchinaro diventa titolare e candidato al pallone d'oro. Il calciatore giovane si presenta tardi agli allenamenti? Indovinate chi interviene? I casi più famosi sono quelli legati ad Ibrahimovic (il  "mal di pancia", lo dobbiamo a lui) ma, i più recenti, sono quelli di Paul Pogba e Pato. Mino Raiola, l'italo -olandese ex pizzaiolo, agente del neo acquisto della Juventus, si è addirittura permesso di accusare l'allenatore Antonio Conte di incapacità nella gestione dei suoi calciatori per aver punito il ragazzo ritardatario e di minacciare alla dirigenza campione d'Italia, un cambio di maglia del suo assistito. Tutto questo è inaccettabile e rischia di ridurre in briciole tutto ciò che deriva dalla firma di un contratto che comporta diritti ma anche obblighi. Per fortuna, Pogba, ha saputo gestire la situazione in maniera più diplomatica e professionale dando ragione al suo mister. Purtroppo però, se questo sport va a rotoli ed è sempre più popolato da irresponsabili e "crestoni", la colpa è principalmente dei procuratori senza scrupoli che, recitando il ruolo di "padri acquisiti", riescono a plagiare le menti di molti talenti troppo immaturi per poter affrontare questo mondo da soli, arricchendosi sulle loro spalle. 
Una piccola soluzione? Investire nei rispettivi vivai. Ridurre l'esigenza di rivolgersi al mercato, valutando i prodotti interni. La Germania, è un esempio anche in questo. Pochi i procuratori "paperoni" di origine tedesca e nessuno presente nella top 20. Non sarete mica sorpresi, vero?    




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Pogba "dolcetto e scherzetto"

giovedì 1 novembre 2012 0 commenti

di Davide Colonna
TORINO - Soffiato d'astuzia a Ferguson con lo "zampino" di Raiola ed accolto a Torino come giovane talento da formare, Paul Pogba, si ritaglia uno spazio nell'undici titolare e prende per mano la "signora" regalandole tre punti d'oro nei minuti di recupero. Un 2-1 sofferto ma meritato, quello sul Bologna che, cancella in casa Juve lo spiacevole ricordo del "favore" arbitrale di Catania e permette ai bianconeri di mantenere la testa della classifica in attesa del big match di sabato contro l'Inter che ha tutto il sapore della sfida scudetto. 

Cronaca
Assenti Vidal (squalificato) e Marchisio (infortunato), Alessio li sostituisce con Pogba e Giaccherini mantenendo il solito Pirlo davanti alla difesa. Chiellini lascia il posto a Caceres, Asamoah a De Ceglie mentre a destra si rivede Isla. In attacco, la coppia inedita Bendtner - Quagliarella.
Pioli deve far fronte alla pesante assenza di Diamanti e avanza Taider a sostegno delle punte Gabbiadini e Gilardino. Padroni di casa in tenuta nera come a voler omaggiare Halloween.
La Juve parte forte e come sempre tiene il possesso del pallone non permettendo al Bologna di passare la metà campo per dieci minuti scarsi. Dopo un paio di conclusioni di Giaccherini e Quagliarella che non impensieriscono un attento Agliardi, il primo vero squillo, arriva da Pogba che, da fuori area, centra il palo con una naturalezza disarmante. I primi venti minuti del talento ex United sono di livello assoluto e non fanno rimpiangere le assenze. I bianconeri continuano a cercare l'affondo decisivo ma l'ultimo passaggio non è mai quello buono. Sul finale del primo tempo, è ancora Pogba a sfiorare il vantaggio di testa. Si va a riposo sullo 0-0.
Ripresa ancora nel segno dei padroni di casa. Passano dieci minuti e la Juve trova il vantaggio con Quagliarella che sfrutta una sponda di Giaccherini smarcato da una invenzione di Pogba. Pochi giri d'orologio e l'attaccante napoletano ci riprova ma, questa volta Agliardi respinge. Al 71', De Ceglie sbaglia un facile disimpegno e regala il pallone a Taider che dal vertice dell'area, fulmina Buffon con un tiro imprendibile a fin di palo. Ennesima leggerezza dell'esterno bianconero che si ripete dopo lo sciagurato errore contro il Nordjaelland. Si riprende dall'1-1 ed Alessio decide di giocarsi le carte migliori; entrano Vucinic, Giovinco e Asamoah per il forcing finale. Al 92', Giovinco, dalla sinistra, salta un uomo e scucchiaia al centro dell'area per Pogba che insacca comodamente di testa il 2-1 finale.

Pogba è certamente il nuovo volto della Juventus di Conte ma, come ha ribadito il vice Alessio, per diventare un campione, dovrà tenere i piedi per terra e lasciare da parte qualche virtuosismo di troppo. Male De Ceglie che non riesce a riscattarsi quasi mai dopo le brutte prestazioni. 
Bologna senza personalità e coraggio. L'assenza di Diamanti ha sicuramente pesato sulla prestazione ma, il passivo, poteva essere ben più pesante.

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Capitani coraggiosi al comando

lunedì 22 ottobre 2012 0 commenti

di Davide Colonna
TORINO - L'idea di far uscire dal campo due intoccabili come Vidal e Asamoah, buttando nella mischia due "riserve" come Caceres e Pogba ed il coraggio di farlo durante una partita importantissima. Ecco gli ingredienti per ottenere la vittoria contro una rivale fortissima ed il primo posto in classifica.  I tre punti, almeno per questa volta, in casa Juve, non sono giunti per merito di un singolo giocatore, di un episodio o del collettivo ma, per la giusta lettura della partita da parte di coloro che la squadra la allenano e la schierano. Angelo Alessio, vice di Antonio Conte, scontata la inspiegabile squalifica figlia del terremoto calcioscommesse, che sta ancora tenendo fuori causa il suo superiore, ha saputo mettere in pratica nel migliore dei modi, ciò che è stato preparato in settimana con i suoi colleghi e, soprattutto, ha saputo dare ascolto alle giuste intuizioni che le situazioni in campo gli stavano suggerendo, inseguendo la vittoria con passione. Telepatia o preparazione della gara nei minimi dettagli con mister Conte, hanno sicuramente dato una grossa mano al lavoro di Alessio ma, un conto è farlo in allenamento, senza particolari pressioni ed un conto è farlo in panchina nel pieno della tensione e delle sorprese che una partita regala ogni secondo. Fino ad ora, nulla di così sconvolgente. Le sostituzioni ci sono state, ci sono e sempre ci saranno nel calcio ma, il fatto che siano stati proprio Caceres e Pogba a sbloccare un risultato che sembrava inchiodato sulla parità, ci fa pensare che le coincidenze, per non chiamarle in altri modi meno eleganti, possono essere messe in secondo piano di fronte all'importanza, alla bravura e alla voglia di affermarsi di un allenatore e dei suoi collaboratori. Durante Juventus - Napoli, sono stati i "capitani coraggiosi" che comandano la panchina bianconera a trovare la soluzione per il successo e a sorprendere un Mazzarri troppo attendista e fermo nelle sue idee troppo "provinciali" per una grande squadra come il Napoli. Perdere a Torino ci può stare ma, cedere il passo senza far nulla, sperando nella buona sorte, no. La scelta di non effettuare sostituzioni fino al 75° minuto, se rapportata ai tre cambi dei campioni d'Italia, conferma la pigrizia azzurra nel cercare il colpaccio. Vittoria di coraggio della panchina in giacca e cravatta quindi? La risposta è affermativa ed è forse l'unica che spiega la vera differenza tra le due potenze del nostro campionato.


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Quagliarella abbatte la bestia nera

domenica 23 settembre 2012 0 commenti

di Davide Colonna
TORINO - Poker di vittorie per la Juventus di Conte e Carrera che, tra le mura di casa, batte 2-0 il Chievo Verona e mantiene la vetta della classifica in solitaria a punteggio pieno, in attesa dei risultati di Napoli e Lazio, uniche squadre che possono raggiungere la capolista in caso di successo.
Davanti ai 40 mila dello Juventus Stadium, i bianconeri si sbarazzano della bestia nera che l'anno scorso costrinse i campioni d'Italia a due pareggi. Protagonista della serata, Fabio Quagliarella che, dopo la firma sul pareggio londinese contro il Chelsea in Champions di mercoledì scorso, mette a segno una splendida doppietta che lo catapulta tra le prime scelte in avanti, dopo mesi di panchina e voci di cessione. Molte le assenze illustri per la Juve che, lascia in panchina Vidal, Pirlo, Giovinco, Barzagli e Lichtsteiner e lancia dal primo minuto Isla (per lui uno spezzone contro il Chelsea) e la promessa ex United, Pogba come regista.
Nel primo tempo, dopo pochi minuti, gli ospiti, vengono schiacciati nella propria metà campo e l'assedio ha inizio. Vucinic e Giaccherini, sbagliano chiare occasioni da goal e il premio come migliore in campo, se lo merita ampiamente, l'estremo difensore clivense, Sorrentino. Nonostante il dominio dei padroni di casa, si va a riposo sullo 0-0.
Nella ripresa, Carrera, inserisce il cileno Vidal al posto dello spento Isla e la partita cambia volto. Il forcing juventino, continua a ritmi ancora più elevati. Miracolo di Sorrentino su colpo di testa ravvicinato di Chiellini sugli sviluppi di un calcio d'angolo ma, pochi minuti più tardi (63'), sempre su corner, il numero uno del Chievo, non può nulla sulla mezza rovesciata di Quagliarella, incredibilmente lasciato solo al centro dall'area.
Passano cinque minuti e la Juve raddoppia. Ci pensa ancora Quagliarella a trafiggere Sorrentino dopo un rimpallo vinto su Dainelli. Per il bomber, si tratta del terzo centro in due gare. Sotto di due reti, il Chievo si rassegna e la partita si conclude sul risultato di 2-0.

Carrera: "La nostra mentalità è quella di attaccare sempre, anche se stiamo vincendo 2-0. Quagliarella titolare a Firenze? Vediamo. Oggi, abbiamo avuto risposte positivissime"
  
Di Carlo: "La Juve, si è dimostrata più forte nell'arco dei 90' anche se, nel primo tempo, siamo riusciti a contenerli e ad abbassare il ritmo. A Quagliarella vanno i complimenti dopo il gol che aveva fatto a Londra. Hanno spinto di più, e hanno meritato di vincere. Chievo poco propositivo? Merito della Juve, ma anche noi dobbiamo far meglio".



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